Scritto da © Nievdinessuno - Gio, 05/05/2016 - 19:36
Pianti una preghiera all’addome
come in una cella, finestre
sfuggono a luce, ai preamboli
di una parola che morde i polsi coi molari,
e uno sguardo attende
la condensa in pareti
ingigantire le stoffe
di quel palpito d’anima
chiuso in un cassetto,
e quel ché di un suono
scoperto all’osso, fino al metallo,
fino le chiavi, libertà rivela
figlia e mescita
di un iniziale colore delle vene,
che al sangue fermo
direziona i globuli
sull’istinto di svegliare le pene.
come in una cella, finestre
sfuggono a luce, ai preamboli
di una parola che morde i polsi coi molari,
e uno sguardo attende
la condensa in pareti
ingigantire le stoffe
di quel palpito d’anima
chiuso in un cassetto,
e quel ché di un suono
scoperto all’osso, fino al metallo,
fino le chiavi, libertà rivela
figlia e mescita
di un iniziale colore delle vene,
che al sangue fermo
direziona i globuli
sull’istinto di svegliare le pene.
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