Scritto da © Eleonora Callegari - Ven, 01/04/2016 - 21:59
Non cheto come al piano
quando sciacquetti le rive
e in mille crespe vai
tra verzure e grani
ma impeto esci dall'alpe forra
fiotto di sangue trasparente
ancora sparisci entro la gea vena,
incontenibile esplodi, cascata
diamantina spruzzi di smeraldo
precipiti in ribollenti risa
nell'ampie zolle argente
ti confondi corpo unico scrosci
e riprendi il folle andare
tra l'invidia dei pini muti.
Dove corri ricciuto signore
sei forse in ritardo
al convegno amoroso?
Così giungi all'ansa verde
e ti guardi intorno...
ma lei ti ha già lasciato:
un fruscio di rosso
dentro gli occhi.
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