Scritto da © Franco Pucci - Dom, 06/03/2016 - 08:34
Una dolcezza che liquefa l’amaro in bocca
quando mi accorgo che ho sciolto i lacci
che mi legavano alla falsa certezza degli anni.
Ora lo so. Ora posso riderne. Forse potrei.
Potrei anche decidere di lasciare l’impronta
del mio corpo qui, su questa erme di versi
che ospita la mia anima esausta di eternauta.
Oh, sì! Ora c’è un alberello di giovane ulivo
che sta crescendo nell’anima raggrinzita
restia, ma arrendevole alla fine. Vieni qui.
C’è una consapevolezza nuova ora.
C’è la certezza di vestire i miei abiti infine
e il sorriso di chi attendeva la metamorfosi
è premio al traguardo che lenisce i dolori.
Ma tutto questo lo conosci da tempo, vero?
Moglie, amante, madre di generoso ventre
m’hai atteso nonostante le bugie i dubbi,
le paure ingiustificate puerili, le mie fughe.
Ora posso anche attendere sereno altra neve
seduto sulla riva del mio fantastico Lete
comodo rifugio, quasi alcova tra i tuoi seni.
Dovrò solo convincere il tempo.
Aspettami.
quando mi accorgo che ho sciolto i lacci
che mi legavano alla falsa certezza degli anni.
Ora lo so. Ora posso riderne. Forse potrei.
Potrei anche decidere di lasciare l’impronta
del mio corpo qui, su questa erme di versi
che ospita la mia anima esausta di eternauta.
Oh, sì! Ora c’è un alberello di giovane ulivo
che sta crescendo nell’anima raggrinzita
restia, ma arrendevole alla fine. Vieni qui.
C’è una consapevolezza nuova ora.
C’è la certezza di vestire i miei abiti infine
e il sorriso di chi attendeva la metamorfosi
è premio al traguardo che lenisce i dolori.
Ma tutto questo lo conosci da tempo, vero?
Moglie, amante, madre di generoso ventre
m’hai atteso nonostante le bugie i dubbi,
le paure ingiustificate puerili, le mie fughe.
Ora posso anche attendere sereno altra neve
seduto sulla riva del mio fantastico Lete
comodo rifugio, quasi alcova tra i tuoi seni.
Dovrò solo convincere il tempo.
Aspettami.
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