Scritto da © Ezio Falcomer - Mer, 24/02/2016 - 17:41
Cerco fonemi di senilità
per dirti quanto siano lontane
le epoche madreperlacee,
quando ti scopavo come un mantice.
Ora miro, pendula, la luna
per vedere fino a che punto
possa pregare
lascive litanie
fra queste cosce tue,
e tentare l'ardua impresa
di riempirti del mio cazzo incerto,
stanco.
Più facile studiare la tua pelle
con carezze d'amico privilegiato,
concubino di letto,
antidoto alla tua solitudine,
e alla mia.
Leccare le tue sensibili intimità,
più simile a tuo nonno
o a un vecchio zio.
per dirti quanto siano lontane
le epoche madreperlacee,
quando ti scopavo come un mantice.
Ora miro, pendula, la luna
per vedere fino a che punto
possa pregare
lascive litanie
fra queste cosce tue,
e tentare l'ardua impresa
di riempirti del mio cazzo incerto,
stanco.
Più facile studiare la tua pelle
con carezze d'amico privilegiato,
concubino di letto,
antidoto alla tua solitudine,
e alla mia.
Leccare le tue sensibili intimità,
più simile a tuo nonno
o a un vecchio zio.
Cara amica che cerchi il lupo
o il caprone osceno in me,
scorda le sere afose e tentatrici,
i deliri di cicale
del morente meriggio.
Scorda lo scirocco
che allupa le anime degli amanti.
Scorda la bestia.
Ti dono solo un demone
che si sta putrefacendo,
un coyote che si lecca le ferite,
un simpatico adiposo
da cui è bello farsi masturbare.
Un conversatore da calice di vino.
Un picaro che ne ha viste tante,
piscione incontinente.
Un buddha che lentamente muore,
accettando l'inesorabile impermanenza.
o il caprone osceno in me,
scorda le sere afose e tentatrici,
i deliri di cicale
del morente meriggio.
Scorda lo scirocco
che allupa le anime degli amanti.
Scorda la bestia.
Ti dono solo un demone
che si sta putrefacendo,
un coyote che si lecca le ferite,
un simpatico adiposo
da cui è bello farsi masturbare.
Un conversatore da calice di vino.
Un picaro che ne ha viste tante,
piscione incontinente.
Un buddha che lentamente muore,
accettando l'inesorabile impermanenza.
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