sid liscious book 9 | Lingua italiana | sid liscious | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

sid liscious book 9

L'ottantunesimo estratto
 
( "Il senso fatale del buon senso" di Pepe e Ciaci i politicamente corretti a gettone )
 
La vuoi una gomma da masticare che a guidare t'annoi?
«Cos'è alla mela verde?».
Una roba del genere.
Dai prendi.
«Ma sì dammi qua. 
Ooops cavolo che mani di cacca m'è scivolata.
Aspetta guardo qui tra la leva delle marce ed il porta oggetti e»...
E bang, bum, pam, crash, quattro morti contro un pilone frontalmente ai centocinquanta all'ora in autostrada, Ciaci.
Per colpa d'una distrazione da gomma da masticare, Ciaci.
«È successo a te, Pepe?».
Io ero quello che offrì la gomma maledetta, Ciaci.
E stavo seduto davanti sul sedile di fianco al guidatore, Ciaci.
Uscii dalla macchina senza nemmeno un graffio, Ciaci ed i miei amici morti sul colpo, Ciaci ed io che cercavo di rianimarli, Ciaci e le sirene, Ciaci ed i soccorsi e non c'è mondo che tenga, Ciaci. 
Dovevo assolutamente sentirmi in colpa.
Al che dapprima tentai di dividerla con la proprietà dell'autogrill, Ciaci, dopo con la ditta produttrice, Ciaci, in seguito con chi aveva ordinato la posizione del pilone e poi perfino con la scarsa presa del mio amico disattento, bensì non c'era niente da fare, Ciaci, qualora io non avessi comperato, gradito ed offerto nulla sarebbe accaduto, Ciaci.
Nulla.
«Però Pepe...».
Aspetta, Ciaci, per favore non cadere pure tu nel sei stato fortunato a cavartela che volendo non ho finito, Ciaci.
«Come sarebbe, Pepe?».
Sarebbe io ero l'unico dei cinque savio da bevute abbondanti e canne e coca, Ciaci.
Ora capisco di quei tempi guidare sballati fosse normalità assoluta, soprattutto nei giorni festaioli e di viaggio, Ciaci, indi non sto a torturarmi con cavolo dovevo almeno guidare io, Ciaci, se non che qui m'entra in ballo un'altra faccenda, Ciaci.
Giusto io, Ciaci, vale a dire l'unico non fatto del momento, che combina il guaio universale, Ciaci.
Il contrario di qualsiasi logica, Ciaci.
Un'aberrazione della realtà, Ciaci.
Loro sballati e conciati tali stavano non avrebbero avuto alcun problema, Ciaci e si mette di mezzo un cretino che vuole fare il moralizzato e la persona perbene ed è la fine, Ciaci.
È la fine.
«Veramente non so che dirti, Pepe, una catena d'avvenimenti incredibili t'è successa in quei frangenti. 
Non ci sono parole per consolarti».
Nonostante tutto sai, Ciaci, comunque mi sento di dire una cosa però l'ho imparata.
«Dimmi Pepe».
S'esiste legalità capace d'innescare una fatalità, be' allora mai esisterà una legge che il destino sostituirà.
 
L'ottantaduesimo estratto
 
( "Mentalmorfosi" di Fio ed il fantastico mondo naturale )
 
Ci sono dei giorni al risveglio il cui il sole mi splende in maniera particolare.
Tiro su la tapparella e zac gli occhi mi rimangono abbagliati dalla luce e pure il calore mi prende subito allora....
Allora, anche se avevo da fare, mollo tutto e scappo in collina dove so posso gustarmelo in pace, da solo e pieno.
Wow!
Oggi è giusto una giornata del genere.
Un vento del nord est ha spinto via le nubi nella notte.
L'aria adesso è tersa e rende le cose più vivide.
Meglio piene di loro.
Così le montagne, il cielo, la cremosa terra arata ed il secco verde, nello sguardo diventano un possente coro creando contrasti cromatici ch'esaltano il mio sentimento verso di loro.
Non è ancora proprio primavera conclamata, ragion per cui solamente in certi caldi avvallamenti creati dal piccolissimo rio, nel ripido boschetto d'acacie e castagni, gli aromi delle primule, degli ultimi bucaneve, delle splendide pervinche
assieme alla, per me, ovvia regalità dell'indescrivibile dente di cane mi rapiscono ed incantano.
Va intanto di i pod il reggae nella mia testa.
Guardandomi attorno ed apprezzando rilassato è come se mi dimentico di me, al che quando poi un lontano rumore o un pessimo trattore trombone disturbano mi ritrovo spaesato.
Sospeso tra il mio mondo ed il mondo.
Acceso e spento.
La realtà che mi s'è creata purtroppo attorno mi rivuole, però  fossi io a decidere veramente resterei qui.
Questa infatti è vita certa.
Non i locali, i grattacieli, le incombenze, le stazioni, il lavoro o peggio.
E comunque ora alzo il volume e mi sdraio, con, sull'erba per gustarmi l'ennesimo dub.
Mentre il sole mi pressa giù il basso mi porta su.
Con il pianoforte che saltella l'acqua non gorgoglia audace, si muove in sordina e rispettosa.
Gli uccellini non solfeggiano quando la chitarra con il suo cià, cià, cià, dà il ritmo alla foglia che si scrolla sul ramo e le poche parole cantate sorgono direttamente dal centro del cielo espandendosi, tra echi e riverberi, in tutte le direzioni quasi per ringraziare ogni singola cosa, bensì gli occhi...
Gli occhi con la musica nelle orecchie funzionano invece ancora benissimo e...
E da un po' mi convogliano l'attenzione verso uno spettinato cespuglio di rovo.
Si vede hanno notato un movimento e curiosi vogliono approfondire.
Boia!
Lì dentro c'è qualcuno.
Di sicuro.
E la mia mano dunque corre verso il tasto per fermare la musica mentre mi tiro su interessato, ma si ferma a mezz'aria perché il, fluido e suadente, suono d'un flauto ha iniziato a dondolare, a curvare ed a strisciare, un nerissimo colubro che sta bellamente, fra erbe, fusti e radici, venendo verso di me.
Non bastasse rimango immobile quando s'avvicina ed allorchè butta in acqua l'aggeggio delegato al fornire musica.
E non reagisco nemmeno nel mentre sotterra il portafoglio ed i documenti.
Non so che dire eppure mi sta di per sé simpatico se l'osservo bene laddove mi toglie le scarpe e...
Ed in sua presenza non mi vergogno per niente se ricambia l'occhiata dopo avermi fatto sparire i vestiti.
Nell'ombelico, previo aver chiesto ed ottenuto permesso, lo vedo ora di per cui infilarsi fino a sparire.
Lo sento che mi cammina dentro.
Che serpeggia per lo stomaco.
Che risale la trachea e che in seguito ad un'attenta esplorazione di bocca, naso ed occhi, si piazza con la testa nel centro della fronte e con il corpo arrotolato sul cervello.
Urca!
Adesso mi muovo strisciando e poggiando sulla costola salgo il tronco.
Nei buchi tra le pietre nere dell'argine dormo o riposo.
Ed i simpatici topini campagnoli fanno baldoria tranquilli nel contempo, anche se sembra percepiscano il mio appetito nell'attimo della caccia.
Con la luce sono attivo, col buio fermo, non passivo.
E deambulando tra i raggi obliqui cadenti sul pavimento del bosco non ho nessuna preoccupazione.
Anzi non so addirittura nemmeno chi m'ha generato ed appena posso me la godo, pure se sono perennemente attento ai rapaci, ai ricci ed agli scarponi degli uomini.
C'è un vero paradiso qui.
Non mancano cibo ed acqua.
Ho diversi conoscenti di varie razze che mi tengono compagnia e le sorprese nel prato o sulla cima degli alberi non mancano mai.
C'è persino una giovane bisciotta che mi coccola ed attira e... Ed immancabilmente va per i fatti suoi.
Da quando è cominciata quest'avventura non ho mai pensato all'orario.
Il ciclo vitale funziona da solo difatti senza lancette o appuntamenti pre ordinati.
Che bellezza tuttavia...
Tuttavia è il tramonto e purtroppo sento di nuovo lui muoversi in me.
In questo momento uscendo da dov'era entrato e riordinandosi un minimo sopra la mia pancia, senza emettere nessun suono mi dice...
«Troppe schifezze dentro il tuo cervello.
Ho avuto modo di notarlo perfettamente».
Lo so, gli rispondo.
Molte sono costretto a tenerle contro voglia.
«Sicuro!
Se t'è comodo pensarlo fai bene, comunque sappi in realtà non le puoi del tutto lasciare e...
E per l'infinito ti vorranno condizionare».
Aiutami tu.
«Non ne ho facoltà però...
Però voglio dirti di tuo sei nel giusto.
Volendo non t'impediranno troppo ed oggi non cederai.
Ciao».
E girandosi per tornare nel rovo ha ripreso dall'acqua il coso con le cuffie e nel darmelo ha sorriso annuendo. 
Ed in seguito sono ricomparsi da soli i vestiti ed il resto, al che lui per il suo fato è con mio enorme malincuore per... 
Per sempre tornato.
 
L'ottantatreesimo estratto
 
( "Sogno d'un pomeriggio di docile estate" ) di Timo lui che del re se ne sbatte )
 
Parcheggiamo la macchina.
Le nuvole corrono nel cielo ed il sole va e viene.
Il caldo rimane stabile e gratificante.
Il sentiero che inoltra il bosco... 
Il bosco di querce, di cipressi, di pini marittimi e di tanti ciuffi di gialla ginestra sale leggermente inoltrandolo.
I bambini sono eccitati dall'idea di penetrarlo.
La loro curiosità e le loro aspettative sull'incontrare selvagge vite e flora sconosciuta stazionano sullo zenit.
Ecco da qui in poi credo possa andare dico dopo una ventina di minuti camminanti.
Non si vede anima viva.
Spogliamoci nudi.
Poniamo i vestiti negli zaini e... 
E mostriamoci come veramente siamo fatti.
Wow!
L'ombra è ancora più fresca.
E la foglia sfiorando ti passa un brivido.
Il virgulto toccandoti la spoglia gamba quasi ti parla.
E gli alberi ed i rami si differenziano fra loro non solamente alla vista, ma anche alla ruvidità o tenerezza.
La piccola lucertola intanto sembra meno spaventata del solito nell'incontrarci.
E pure il nero serpentello non scappa lesto anello in spalla.
Pare che in tal modo conciati gli elementi accolgano sereni ed accettino con minor diffidenza.
Tutti a parte l'acqua del minuscolo rio, che invece vuole diventare ancora più fredda al guardarla o al contattarla.
I miei pori però nel frattempo sembrano essersi aperti e godono a dismisura.
Gli odori, gli aromi, i profumi non entrano unicamente dal naso ora e pertanto... 
Pertanto invadono il corpo intero rendendogli armoniosità.
I movimenti stessi diventano allora oltre fluidi e meno invasivi e... 
Et voilà laggiù in una radura dei cinghiali.
Ci hanno visto loro per primi chiaramente e non sembrano per nulla disturbati dal nostro arrivo, anzi continuano i grugniti loro senza badarci quando noi, dopo essere stai attenti a non provocarli, riprendiamo il bosco.
Che bellezza.
La brezza che s'infila sotto le braccia.
Il venticello ch'esplora fra le cosce.
L'alito di maestrale che massaggia i glutei.
Ed ancora avanti ad immergersi "subacquei" nell'aria che sa di pigne e resina.
Oh oh bambini venite qui presto c'è un uomo che viene incontro.
Dai nascondiamoci e fermi immobili manco un respiro si deve sentire che altrimenti, qualora ci vedesse in tale stato, apriti inferno.
E giù appiattiti con il cuore che pulsa a mille e gli occhi vigili nel tenerlo sotto controllo.
Una scarica d'adrenalina incredibile ed una volta scampato il pericolo una liberazione.
Visto?
E capito le sensazioni d'un animale nell'incontrarci?
Lui sa che, per il semplice motivo d'andare in giro quale Dio ha creato, si viene considerati amenità senza senso e morale da quell'essere che con un paio di mutande si sente superiore e che quindi fa una paura bestiale, ma urca un branco di cervi sta arrivando di corsa giù dal crinale e non appena ci notano il capo branco s'arresta immobile.
Al solito cercando il mimetismo e proteggendo i piccoli.
Se non che i miei di piccoli non resistono e si muovono verso di loro rapiti, di per cui io ed il mio amore rimaniamo da soli.
Adamo ed Eva attuali ed un minimo matti diremo.
Ed una farfalla gialla gialla si mette a fare la spola interessata fra i suoi due capezzoli, strappandoci un sorriso.
Ed un verde verde bruchetto scala e scende fra i peli del mio pube e da lì al mostrarci armonia in faccia ed allo scambiare dei teneri bacetti complici il passo è breve.
Brevissimo.
Solo la situazione è talmente gratificante che in un baleno ci ritroviamo entrambi coinvolti e pronti e... 
Ed il balzo al dover fare l'amore indi cade fatale e maturo.
Tanto i bambini sono occupati e questa ginestra esuberante funziona benissimo da salva sguardi indiscreti.
La dolcezza che provocano queste situazioni nel fare l'amore è qualcosa d'unico ed universale.
Il ritmo l'impone la folata che scuote le chiome.
L'intensità viene modulata dall'umore che la terra sparge copioso.
Il gemito è sostituito dal coro di cinguettii ed altri suoni forestali.
E l'arrivo... 
L'arrivo è sottolineato dal grido del falco che dall'alto sorveglia tutto.
Un'apoteosi.
Raramente m'è capitato un simile piacere.
Raramente mi sono sentito d'aver donato un orgasmo indimenticabile.
E raramente una sensazione tal piena viene innalzata al cielo di volo improvviso del fagiano, nel cespuglio spaventato dai nostri eroi che tornano.
«Mamma mamma!
Papà papà!
C'erano i bambi e la loro mamma li allattava senza scomporsi accanto a noi.
Incredibile cari genitori.
Andiamo... 
Andiamo nudi anche al ristorante stasera!».
Ah sì?
E per quale motivo?
«Ovvio, oramai sappiamo che in quel caso il cameriere porterà cibi buonissimi.
Che non faranno schifo neppure le verdure.
E che il cassiere non imporrà di pagare niente.
E c'emozionerà regalandoci dolcezze esattamente... Esattamente pari a quel che succede qui.
Non capite mai niente voi grandi.
È perché andiamo vestiti che costa tanti soldi ed i cibi non hanno valori.
È. 
Perché.
Andiamo.
Vestiti».
 
L'ottantaquattresimo estratto
 
( "Per una clava" di Francuzzo succedono tutte a me ma io sono mica fesso )
 
Lui faceva il giocoliere.
Girava di paese in città con il suo furgoncino rosso a palloncini e dove c'erano una festa o un luna park abbastanza prossimi alla sua dimora, non mancava mai.
Era il suo modo di vivere, di guadagnare per la famiglia e di sentirsi utile ad una società diremo oramai abbastanza triste e molto poco attenta rispetto ai momenti adatti ai bambini.
Che poi in verità al guardarlo si fermavano, con la buona predisposizione stampata su allegre gote, pure parecchi attempati e non solo nonni con la mano occupata.
E quando il suo vestito colorato ed il trucco e la parrucca lo ricoprivano si sentiva protetto ed anonimo nonostante fosse al centro dell'attenzione.
Ecco anche...
Anche quel giorno arrivò nella piazza, parcheggiò sullo spazio a lui riservato il mezzo, si cambiò e successivamente prese gli attrezzi ed incominciò lo spettacolo.
Tutto normale.
Prima con tre clave, dopo con quattro, cinque, sei e le persone che reagivano alla solita maniera.
Applausi, sorrisi, qualche monetina nel cappello per terra e pure parecchi bravo ad alta voce.
Continuò quindi soddisfatto e sempre aggiungendo difficoltà al numero.
Ora avrebbe tentato con otto che è complicato davvero e presuppone il lancio molto più in alto dell'attrezzo.
Op op op al momento veramente bene pensava fra sé e sé e perfino gli partì un aaaahh di soddisfazione allorché decise di terminare, se non che... 
Se non che l'ultima clava lanciata non si ripresentò.
Non tornò giù.
Era praticamente scomparsa.
E lui ovviamente rimase incredulo.
Quanto su l'avrò mai lanciata?
Dov'è finita?
Ed è logico che deve tornare erano le sue considerazioni.
Però lei non si rimaterializzò, al che rifece bagaglio e se ne tornò a casa chiaramente soppesando sconvolto.
Non c'erano alberi o terrazze o balconi o finestre vicine in quel frangente difatti ed il mistero sembrava non avere soluzione.
I giorni comunque intanto, al solito, si sormontavano e lui altro non aveva potuto fare se non procurarsene un'altra e continuare il suo vivere bensì...
Bensì una mattina il postino consegnò alla sua cassetta una lettera decisamente intrigante.
«Buon giorno.
L'ente per la protezione degli abitanti eterei del cielo le comunica che ha dovuto provvedere a sequestrare un suo attrezzo altamente pericoloso e...
E che lei a causa di ciò è stato sanzionato con una sostanziosa multa per...
Per aver causato la morte di due anime, tre fantasmi, sette spiriti ed un tot di feriti e mutilati, al momento non ancora quantificato, tra altre entità eteree miste di...
Di cui una potrebbe, stiamo verificando, essere addirittura un dio.
Seguirà comunicazione ufficiale della cifra esatta da pagare».
Impossibile!
Impossibile, questo è uno scherzo sbottò immediatamente.
E di quelli tanto scemi.
Ed i calciatori con la palla allora?
E quelli del volo a vela?
Ed i paracadutisti, i dirigibili, gli aerei, i missili?
Cavolo s'è burla quasi...
Quasi quasi mi presto al gioco, che devo ammettere qualche ape c'è rimasta secca e moscerini e che il calabrone quella volta s'è preso, sul serio, un colpo da stendere al tappeto per del tempo.
Ma chi mai avrebbe potuto considerare personalità invisibili?
È un sopruso!
M'avesse chiesto un risarcimento sua moglie avrei considerato.
No no.
Ho deciso, quando arriverà l'altra missiva presenterò ricorso, che almeno un giubbetto ad alta visibilità dovrebbero essere obbligati ad indossarlo gli eterei.
Mentre al contrario pretendono la libera circolazione, in incognito, dentro un posto dove non esistono divieti di sorta o limite alcuno.
E che sembra non appartenere a nessuno, tanto meno agli dei in quanto se non erro non pagano nessuna imu o pigione almeno a me risultante.
Certo certo, devo far battere la lingua dove il dente duole e soprattutto riguardo agli dei.
Sì perché quando serve, quando sentono il loro mezzo di trasporto notoriamente chiamato fede si sta inceppando, sono pronti a mostrarsi per richiamare intimidendo e...
Ed è già successo a Fatima, a Lourdes e perfino qui dalle mie parti.
Ergo non mi vengano a dire non possono svelarsi.
Anzi si rendano conto di quanto il loro agire, solamente per interesse, viene da questa vicenda ampiamente smascherato e che riguardo ai loro di errori, non pochi ndr, è previsto unicamente un risarcimento a posteriori e perlomeno virtuale e dunque mi restituiscano la clava e mi lascino procurare da campare in quella maniera che raccomandano vivamente e non praticano affatto.
In santa pace.
 
L'ottantacinquesimo estratto
 
( "Il giocatore ch'era ottuso" di Giuseppe colui è giusto quel ch'è giusto )
 
Di quando fui protagonista assoluto in qualche evento pubblico non... 
Non posso vantare di sicuro molti meriti o record e ricordi esaltanti ma...
Ma una volta casualmente finii primo attore in un gioco per computer diventando...
Diventando una specie di Mario Bros per intenderci e tuttora sinceramente non ho isolato i motivi che spinsero il progettista creatore verso codesta scelta.
In verità tuttavia non dovevo fare molto.
Nel senso, armato di tutto punto perfettamente sano ed allenato fisicamente e tanto rapido ed astuto di mente, dovevo liberare una gran bella donna bionda prigioniera in un castello fortificato e...
E riportarla fra le braccia del re suo papà e mio sovrano.
Certo certo i nemici erano innumerevoli, i trabocchetti infiniti e le difficoltà insidiose, nondimeno io stranamente non avevo nessuna paura ed inoltre ero già informato dal programma sul miglior da farsi rispetto ai problemi, ergo andavo di lusso.
Ecco comunque ora...
Ora e scusate se passando al presente, spreco due parole per illustrare meglio la mia condizione, di quel tempo, in conseguenza di codesta contingenza.
Dunque diremo io...
Io oramai sono stato creato quindi niente può cambiare questo dato, al che addirittura in fin dei conti, a ben pensarci, pratico l'immortalità visto minimo una copia del gioco verrà custodita per sempre senz'altro.
Poi...
Poi è una storia strana sapete vivere dentro una terra virtuale che sembra non esistere però invece, allorché non si viene giocati, funziona uguale a dovrebbe funzionare qualsiasi altro mondo.
Tra noi protagonisti infatti, non importa se virtualmente amici o nemici, si vive la vita liberamente esenti dai ruoli preconfezionati.
S'intrecciano relazioni, ci s'invita a cena e qualche volta pure ci s'azzuffa uguale a dappertutto.
E ciò in quanto il pianeta in cui abitiamo, ripeto, è stato creato uguale a qualsiasi altro. 
Facciamo ad esempio tipo il mettere in piedi un circo reale ed è in grado, il mio mondo, d'avanzare da sé e regolarsi secondo i tempi e le casistiche sue naturali a parte... 
A parte nel mentre qualcuno gioca ovviamente, che allora diventa tale appunto ad un circo nel frangente comincia lo spettacolo chiaramente... 
Chiaramente assegnando ad ognuno degli attori un copione ed una parte e...
E qui cominciano i guai.
Che il giocatore non capisce mai un piffero.
Che fa fare movimenti sbagliati.
Ch'esibisce massacri inutili e sporca dappertutto di sangue.
Che finora sarò morto almeno diecimila volte bensì,
credo avrete intuito, quelli sono i momenti dipendenti e difatti quando lui esce tutto torna pari a prima.
Vale a dire in totale auto determinazione e con nessuna opzione preclusa.
Una gioia.
Ho la mia fidanzata, i miei passatempi ed i miei spazi d'intimità e mettiamoci non ho bisogni fisici e realizzerete quanto sono tranquillo.
Peccato, peccato, peccato, la noia pesante risulti l'altra.
Che vale a dire, o mio dio, l'entrata in scena d'un individuo completamente avulso al sistema e manco minimamente sfiorato dal dubbio occhio... 
Occhio mi vado a intersecare con una realtà. 
È veramente difficile sapete far entrare in una testa inconscia, magari addirittura di giocatore totalmente inesperto, dei concetti semplicissimi.
No! no!
Per favore non dirigermi di là, io lo so ci sono i titani cattivissimi.
Aspetta! aspetta! 
Attento attento al momento ho l'arma scarica non attaccare.
Porca vacca...
Porca vacca le mura si scalano da dietro non sotto l'olio bollente fatto colare dai merli.
Urca, ecco visto?
M'hai ammazzato nuovamente.
Oddio sono esausto di ricominciare daccapo la missione speriamo... 
Speriamo ti squilli il telefono o ti venga fame e mi molli un attimo.
Ah bene ti sei stancato.
Uff un... 
Un casino insomma, penso converrete.
E meno male in seguito col tempo il tipo in questione, probabilmente unicamente per inerzia, comincia piano piano a razionalizzare.
A memorizzare precedenti errori ed indi e di conseguenza la situazione va via via migliorando e per me e la popolazione intera le vicissitudini si fanno sopportabili.
Se non che nuova partita e ricomincia la giostra.
Ancora morti, assalti, dispute, strenue difese, ferite varie e tante tante mosse azzardate e per nulla logiche da parte di chi dirige.
Il tutto reiterato e portato all'esasperazione naturalmente finché...
Finché un giorno, magicamente, io che conoscevo benissimo il modo fin dall'inizio, per merito d'un "suo" percorso netto, libero e riconsegno indenne la principessa.
Oh vedeste quanto gode il cretino.
Non ha fatto altro che, a forza di strafalcioni, imparare un viaggio obbligato e...
E se ne compiace a dismisura.
E ride ed urla ce l'ho fatta, ce l'ho fatta! e perfino lo racconta alla moglie con enfasi incredibile.
Credetemi.
Le prime volte non ci credevo ad una reazione tal scema.
La trovavo assurda.
È stato successivamente che mi sono voluto informare anch'io sul suo mondo realizzando, purtroppo facile, quanto pure lui è alle prese con uno smanettone ottuso, che perfino lo sostituisce se crepa, che gioca ininterrottamente, senza manco una telefonata o un giro al frigorifero a fermarlo pietosi, da migliaia e migliaia di secoli allora...
Allora scusate ma non ho più avuto il coraggio di giudicarlo male.
E mi scuso tanto per averlo offeso.
Tanto.
Tanto.
Tanto.
 
L'ottantaseiesimo estratto
 
( "L'evasore intelligente ovvero della rivoluzione effettivamente pacifica" di Odiodeo l'autore di racconti che mai scrisse una parola e che si dichiarava, erede d'una lunga perduta stirpe, l'unico scrittore esclusivamente parlante ancora in attività )
 
Sembrava la classica lettera d'un amico, indirizzo scritto con penna biro abbastanza mordicchiata ed un mittente ignoto ma simpatico, il signor Non tal dei tali.
L'aprii insomma con questa convinzione in testa e cominciai a leggere.
"Buon giorno egregio autore e scusi l'intrusione mattutina, lei non mi conosce ed a questo se mi da credito rimedieremo presto, bensì io invece la conosco bene. 
Ho letto molto di lei infatti sa.
Molto, molto, molto e su tutti i siti in cui, con vari nick name, ha cercato di sfuggirmi meticolosamente.
Lei mi piace signor Odiodeo, ha uno stile che mi calza a pennello ed infinite volte è in grado di stupirmi attraverso gli incontri sui sentieri dove vengo condotto seguendo le tracce, cerebrali e concentriche, delle sue file di parole.
Ed inoltre aggiungo che, per via di parecchie sue opinioni espresse in sede di commento a post d'altri, mi sono fatto un'idea accattivante pure rispetto alla di lei personalità e mi garba assai anche quella signor Odiodeo. 
Assai assai.
M'ascolti signor Odiodeo con la presente le dirò unicamente ciò.
Lei deve venire in città, qui da me, che ho da farle una proposta.
La più semplice è arriva in treno, scende il metrò, infila la linea due verso XXXX e scende in piazza XXXX.
Dopo sale su, uscita XXXX e lasciando il monumento alla sua sinistra prende la prima a destra dove in breve vedrà scritto, dall'altro lato della via, libreria XXXX e sarà arrivato.
Parta allorché vuole io sono sempre lì e s'arriva la notte suoni il campanello sette volte.
L'aspetto ed intanto di nuovo scusi dell'intrusione, tanta riverenza e buona giornata".
Ci vado pensai immediatamente. 
Ci vado.
Questo è un matto e mi piacciono i matti d'alcuni ambienti almeno...
Almeno quanto non mi garbano quelli d'altri.
E due giorni avanti sul presto salii pertanto il treno e seguendo le indicazioni non ebbi difficoltà ad arrivare al poter spingere, non privo d'uno smargiasso batticuore, la porta del "mistero" ed un maturo, giovanile, normalissimo signore trovai seduto dietro la cassa.
Io vorrei descrivervelo se non che m'è balzata subito il mente una canzone al vederlo, il topo con gli occhiali dello zecchino d'oro e se non erro, di per cui, non serve ancora la descrizione.
Balbettando mi presentai.
Buongiorno, possibile le dica niente, io sarei Odiodeo l'autore sommergente.
Cavolo balzò dalla poltroncina manco avesse visto la fortuna e m'accolse raggiante di mano allungata sincera e multi avvolgente.
«Buongiorno, buon giorno, ah lei non mi crederà ma sono commosso, emozionato e veramente felice felice di vederla qui e conoscerla personalmente».
No no le credo, l'ho appena visto.
«Ecco vede, questa risposta è il miglior esempio del perché m'eccito emotivamente in sua presenza, cartacea o reale che sia signor Odiodeo, posso chiamarla Odiodeo?».
Ovvio ed io...
«Oh lei mi chiami Marco».
Bene Marco noto in questo momento non stazionare clienti e scusando l'ansia, passerebbe al dunque?
«Il nostro dunque è una cosa semplicissima Odiodeo.
Lei si guardi in giro e noterà un'attività commerciale.
Arrivano libri e vanno venduti libri qui Odiodeo e si mimetizzano ed incrociano fra di loro accendendo una grande confusione le creature, nella quale, da buon italiano e pari ad in tutte le altre attività commerciali, uso infilare delle pubblicazioni in nero.
In genere testi di gente sconosciuta che stampa e distribuisce privatamente.
Loro me li portano già prezzati e mi lasciano, prive di qualsivoglia riscontro, delle copie da vendere sulle quali riconoscono un piccolo sconto, che rimane lì in cassa codesto sconto e s'ammucchia e non posso dichiararlo e lo potrei spendere e spandere a piacimento visto le vendite normali vanno bene, però invece a me è venuta l'idea al riguardo ed io allora ho deciso di non buttarli in vanità o in altre merci quei soldi, anzi ho deliberato, qualora acconsenta d'aiutare proprio lei. 
Ed eccoli qua dunque li denari esuberanti, che nel tempo ho riunito in giallo sacchetto e sono diventati piano piano cinquantamila euro tondi tondi, che io appunto offro a lei Odiodeo in cambio dei diritti delle sue opere.
Se dice andiamo di sopra dal notaio, il contratto in due minuti è pronto, lei mi cede i diritti io le consegno la somma innominabile e le riconosco il venti per cento di ogni eventuale libro o diritto rivenduto, in qualsiasi parte o lingua del mondo e... 
E siamo a posto.
Tutto chiarissimo e nessun inganno signor Odiodeo».
A parte non so se ha ragione riguardo alle mie cose, a parte quello, ho risposto, lei vuole dirmi signor Marco che qualunque editore eventualmente interessato ad un mio libro dovrà trattare i termini con lei ed a lei dovrà versare l'oboli?
«Sì Odiodeo».
Non è possibile Marco, non esistono tali generi d'editore nel panorama, né libri miei nel reale.
«Io voglio dirle Odiodeo non importa è l'idea a spingermi capisca e non incide la sua fase di realizzazione attuale e lo so è una vicenda casomai in divenire la mia, ma lo stesso io punto su di lei e m'esalta il pensiero d'agevolare giusto lei, a mio avviso meritevolissimo, al posto di sperperare assurdamente il maltolto squallidamente uguale a tanti o riguardo a necessità infinitamente false.
Mi segua Odiodeo è l'idea applicata che in questa forma mi consente di riparare, coscientemente e moralmente, al danno combinato evadendo e di farlo in una maniera perlomeno creativa. 
Che se tutti usassero i proventi illeciti così staremo certamente meglio signor Odiodeo.
Io ci scommetto i gioielli».
Stupefacente, stupefacente e stupefacente e sono onorato della sua attenzione Marco, ribadii allibito, ed onorato è poco.
Capisco benissimo.
La possibilità di trasformare la disobbedienza truffaldina ed antipatica in forma di contributo buono, autonomo e liberamente gestito e distribuito Marco.
Praticamente l'evasione solidale m'ha inventato lei signor Marco!
Incredibile!
«E lei, rispettando ogni mia previsione, l'ha capito d'istinto signor Odiodeo. 
Unico al mondo che l'avrebbe potuto fare e potrà divulgarla e poi dice rischio di perdere i miei risparmi».
Urca...
Io per lei firmo in bianco signor Marco.
Per me vostra signoria è la prova vivente l'intelligenza è viva e lotta insieme a me signor Marco. 
E pensavo fosse estinta signor Marco.
Sono sconvolto signor Marco.
Datemi un notaio.
Per favore datemi immediatamente un notaio.  
 
L'ottantasettesimo estratto
 
( "Emo(a)zioni" di Lario il sincero che sa dove potrebbe avere sbagliato però non abbastanza da soprassedere ) 
 
Cara Mariotta sono tornato a casa dopo il nostro furtivo incontro della settimana passata con, devo dirtelo, un gran nodo in gola.
Eri splendida infatti.
Una fata ch'esaltava lo sfondo di vecchi sassi, nel muro esterno del cimitero abbandonato, con aria birichina e presenza divina.
Bensì lo era anche lei purtroppo e...
Ed io non capisco perché hai dovuto spiaccicarla in tale maniera con la fionda.
L'avevo vista.
La stavo tenendo d'occhio e la percepivo tutta impegnata dal tendere la sua trappola.
Era attenta sai.
La farfalla volteggiava nell'aria ignara e lei si preparava.
Si mimetizzava.
Aspettava il momento giusto.
Calcolava la distanza e caricava i muscoli delle zampette ogni qualvolta la volatile sembrava avvicinarsi.
Mi teneva col fiato sospeso.
Il mio cuore batteva col suo ed aveva esibito un balzo meraviglioso, la lucertola, librandosi nell'aria per farne un sol boccone, invece l'è arrivato in pancia il tuo sasso preciso ed assassino.
Che s'è portato via il suo pasto e la mia emozione del coglierla in piena azione.
Ed è per questo credi rimase nel cesto la mia colazione.
Non in quanto avevo altra intenzione.
È che mi sei sembrata la ragazza che giocava col fuoco sacro. 
Il mio fuoco sacro e questo, mi ripeto, devo dirtelo,
a costo di fare il difficile, non m'è andato giù.
Non m'è andato giù.
Non m'è andato giù.
Ecco ora mi sono spiegato e sto meglio e forse tu capirai più a fondo il mio essere uomo sperso probabilmente in altro mondo.
Ciao.
Plin, plin, plin.
Messaggio promozionale.
Avete amanti troppo focosi e che non riuscite a contenere?
Miraben il salva sperma preventivo per coperte da picnic e di certo scoprirete quanto a volte può essere reale un messaggio promozionale.
Plin, plin, plin.
Mio buon Albi.
Concordo sul fatto quel dì era tutto meraviglioso.
Il tempo, il clima ed il paesaggio avevano un'angelica suggestione.
E sentivo tanto trasporto ed ero pronta ed aperta ad ogni situazione.
Il vederti lì con me.
Il poter finalmente stare insieme in luogo appartato e solitario.
Ah quali cime tempestose.
Insomma hai capito io c'ero intera, indi scusa se mi sono fatta prendere la mano.
E Dio mi perdoni per la prematura dipartita della lucertola ma...
Ma ti supplico interpreta e comprendi, mica doveva essere quella la farfalla da sacrificare alla tua attenzione ed altro modo non trovai, in quel momento, per attirare su questo la tua distrazione.
Ergo perdonami se puoi, però sappi che, nell'insieme agendo così, non solo io ho frustrato una tua emozione.
Non solo io.
 
L'ottantottesimo estratto
 
( Una poesia riddim parecchio sperimentale di Lello il poeta che fu bidello "Brucando per Pascoli altissimi" )
 
Badabam badam bum.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
È mite di zucchero e particolarmente pugnace la presenza delle viole in poesia, m'intriga.
Dice del poeta o del fiore?
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Sono un pesce normalmente abitante fuori dall'acqua ed ora inoltre mi vedo sbalzato nell'atmosfera.
Il gioco è con la palla o sulla palla?
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Non so! capita spesso.
Fulgidi cuscini sudati di tensione tra ombre in sbadati giacigli consolatori.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Un cavallo bianco, un foglio verde, diverse chimere.
Ere, ere, ere, ed ancora ere.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Scopri l'azione benefica dell'espanso.
Difficile t'annoierai.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
La chiave è andata fusa.
Ancora porti il tuo vecchio glaciale orologio?
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Fai il test gratuito, nessuna controindicazione.
La spedizione ed il reso eventuale non diventeranno mai affare tuo.
Badabam badam bum.
Messaggio pubblicitario.
Eccezionale spazzola afrodisiaca, attenzione si strofina sui piedi.
Badabam badam bum.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Pezzi dappertutto.
Ho la mania purtroppo, li raduno, li raduno, li raduno.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
La strada è una statua, d'artistica mano sapiente o cialtrona m'importa zero.
Io diventerò il mezzo sincero.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Ripetere a volte non serve, altre sì.
Facile dire dipende dalla portata del ripetuto.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Una buona scena è fra il meglio si possa prendere.
Temo dunque sia Giano metterla.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
L'albero è pronto, il mare è pronto, la montagna è pronta.
Quest'uomo no.
Badabam badam bum.
Bollettino del traffico, inserire due euro ed ascoltare.
Badabam badam bum.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Due oche sul greto con del miglio, due passeri in antenna con vivace piglio, due gatti con uno striminzito nascondiglio e...
E tre volpi perennemente pure loro con un consiglio.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Il velo di ieri, il vello di domani.
Oggi non importa, oramai è andato.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Oh no Giovanni Dio mio cos'ho combinato. 
Scusa, scusa, scusa. 
Accidenti avevo capito una frontiera.
Passano bimbi, un balbettio di pianto, passa una madre, passa una preghiera.
Badabam badam bum.
Badabam badam bum.
Badabam badam... 
Bum.
 
L'ottantanovesimo estratto
 
( Uno spasmo esageratamente artistico capitato a Sidro d'estate in veranda mentre in solitaria dialogava con "il" sogno )
 
Un martello pneumatico.
Il suo rumore che sparla al timpano descrivendo in diretta l'emergere delle viscere d'un tombino.
Ed una lavastoviglie perfino gli risponde, se non che allora un'eco di lontana decisa frenata automobilistica chiede attenzione e pertanto "l'orologio degli dei", dagli auto parlanti, soffusamente lo ricorda ad una macchina da cucire elettronica alternante, che d'altronde non può mancare mai negli appuntamenti importanti.
Quel che non si sa è se codesto sia appuntamento importante.
Ah il fluttuare d'onde sonore aeree. 
Milioni e milioni di suggestioni.
Diletto fra i diletti.
Confusione?
Sai che non lo so!
Di certo sì almeno in parte non normalità ovvio.
Comunque personalmente non credo confusione.
Tante vicende o suonatine attive tutte insieme sì ancora mi tocca ripetere, ma confusione io lo trovo nel contesto esagerato.
Il miscuglio suono di gente, cosa, animale, macchina e cielo a mio avviso infatti, per quanto concentrato o agitato, deraglia  semmai più in velocissimi flash di pathos pugnandi.
Di graziosa sorpresa.
Di delizioso rilancio interiore.
Così, devo ammettere, addirittura io la tento apposta la confusione rumorista ed in diverse occasioni.
Con l'i pod a piedi ad esempio mi piace passare in mezzo ai lavori in corso.
Se ne vedo e lo sto usando non me li perdo mai.
Adoro i suoni che intersecano e si scambiano la tonalità o perfino la composizione.
C'è lì un assolo soave di Segovia e t'entra una betoniera.
Non ci crederai però a volte diventa pura poesia.
E della migliore quando coglie l'attimo.
Magari basta invertire i fattori intendo.
Far finta sia stato Segovia a delirare sconvolgendo un pezzo di intonata motosega.
O ci sono Ummagumma ed il vento del finestrino aperto nel corridoio del treno e ne passa, a velocità esagerata, un altro in direzione opposta.
Una botta stupefacente allo sgomento e gran rilancio d'oramai consunta vecchia musica, improvvisamente sembrata composta direttamente per l'occasione.
Sensazioni nuove insomma.
Pari avessi appena ascoltato il mare in tormenta.
Pari avessi appena ascoltato la risacca di montagna.
Pari avessi appena ascoltato per la prima volta Tago Mago dall'impianto stereo avvolgente del paradiso.
Situazioni nel mio reale inesistenti caro bello che durano un attimo e non esistono di nuovo finché, fatalità, esistono un altro attimo ed in un attimo non esistono nuovamente.
E degli urli a bocca chiusa di cui posso benissimo fare parte pure io, indi vorrei sottolineare.
Sottolineare.
Sottolineare.
Se m'ispirano?
Sì tantissimo.
Proprio Segovia e la betoniera per dire m'innescarono, il lato scuro delle connessioni?, l'installazione del grande vaso con i fiori invisibili nella piazza di un'importante città.
Esperienza esaltante.
Venne mezzo mondo e nessuno li vide nonostante io le gesta per metterli le avevo fatte veramente.
Esaltante.
Esaltante.
Esaltante.
 
Il novantesimo estratto
 
( "Meglio se prima t'informi" di Charly no eden in earth )
 
Uff cazzo che fatica a scalare mi...
Mi riposerei volentieri.
Aspetta, cos'è questo fracasso?
Boia guarda quel pezzo di parete enorme sta precipitandomi in testa.
Via via, altrimenti a momenti sarò frittata.
E tu...
Tu...
Tu morte mia vedi di dare una mano e di non avere fretta che quando morirò io vivrai tu e... 
E saranno cavoli tuoi.
Sì!
Inutile negare lo so, tale ogni altro uomo, io ho la mia di morte e costei aspetta, appunto, tutta una morte allo scopo di quando la vita se ne va piazzarsi dentro di me.
Mi sembra ovvio. 
Sulle favole dell'ubiquità infatti è tanti anni che non marcio.
Avrai allora una carrozzeria e trasformandola come sai l'userai  nel tuo mondo e...
E va bene però...
Però ricordati allorché ciò sarà tu erediterai in toto gli enormi problemi che io ho avuto vivendo e...
Ed alla lunga aspetterai a tua volta una liberazione perfino con gioia.
Che non si può vivere senza soluzione di continuità.
Che palle la vita eterna.
Sempre bagni al mare, sempre fare l'amore, sempre mangiare, sudare, intirizzire, stare bene, stare male, essere felici, essere depressi, sempre avere da scaricare digestioni sempre...
Sempre tutto uguale insomma.
E questo è niente!
Non sai a quali sofferenze potresti andare incontro.
Non ci credi?
Ti faccio altri esempi allora.
Cinquant'anni senza poter respirare con un piede incastrato nello scoglio sott'acqua.
Bella situazione eh?
O trecento anni privo d'una singola goccia di liquido, che non sia un certo tuo, paralizzato dentro un deserto.
O mille anni colpito da un virus recante diarrea fulminante.
No no credi a me, la vita va bene concluda quando serve.
Che l'immortalità fa diventare monotoni, disattenti e superflui pure gli dei.
Quindi...
Quindi adesso non serve e fa quel sasso vada per i fatti suoi che... 
Che io non so s'è prevista una morte pure per la morte e se non lo sai neanche tu, ne sono certissimo, ti conviene intanto aspettare nel partorirti e...
Ed informarti in proposito.
Ch'è meglio.
Molto, molto, molto, meglio.

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 3 utenti e 5840 visitatori collegati.

Utenti on-line

  • live4free
  • Laura Lapietra
  • Fausto Raso