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Spezzando l’orbita, dalle parti di Venere, come di un viaggio a nuova Creazione

Venere
e sia Venere la nostra stella del
primo mattino
un pianeta a costruzione stellare
nel gioco dei venditori di
collari d’oro e capelli d’alba
sia dunque Venere
la nostra perpetua sosta
terapeutica e cangiante e
sublime nel suo migliore abito
che cancella d’un sol colpo la
brutalità in copia dell’Apocalisse
lei più che unica e forse rara di un
Biondo che arroventa la terra e
Tutti i miei pensieri nel tempo  
Lei che guarda dall’alto del
Sogno più definitivo
mentre gioca con le
conchiglie affilate
che si veste della sua
pelle a valle di ogni sapore
dove ci saluta dal muro del
cielo più sacro di
una bocca più intima e dolce
ora che siamo nel
suolo divino
in una unica fonte di
fuoco che brucia
dove appartieni tu ai
miei confini
in eguale misura di
dove appartengo io
 stesso solo a te
e mi chiedi delle
mille passioni
me lo chiedo allo
stesso identico modo nelle
notti infuocate di
tutti i mesi
quando corrono nelle
strade dell’abitudine ai
temporali  
i serpenti delle folle del
vecchio stanco sole
con noi che siamo solo noi
mani nelle mani
sorrisi negli occhi
silenzi da condividere e
finalmente vivere
noi che navighiamo
perché consapevoli del
responso costruttivo degli dei
ognuno nell’altro sangue
mentre ci accogliamo nelle
profonde caverne del sentire
noi che andiamo diventando   
semplicemente un
unico morbido pensiero
il più morbido che esiste in
questo nostro cielo
quando ci daremo appuntamento
perfezionando il tiro
domani forse o di
poco più in là nel tempo
dalle parti del nostro pianeta
che si veste e riveste a stella
ogni volta più vicina per
tenerci insieme
abbracciati a farsi male
mentre ci bagna della
goccia limpida dell’universo
tenendoci fermi nell’angolo più
sicuro a
 protezione delle favole di
drammi e tragedie
noi nel segno forse
incredibile di un amore
che magari stentiamo a
toccarlo nelle giornate della
confusione dei mondi
ma che sereni torniamo a
conoscerlo nel
risveglio del mattino
come vampiri al contrario
lontani dalle valli dei
massacri e
nel giusto prepotente vento della
sua immensa forza 

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