un fiato meccanico a spostarci indietro, in alto un sogno da combinare
Siamo nel mezzo:
nel fianco dello specchio scoperto
all'incontrario
dentro una quinta astrale
La vita che ricama uccelli in un lenzuolo
un cielo d'acqua e un bere a piene mani
e tu che pieghi pagine del tempo e parli parli saltando la punteggiatura
e mi leggi ad orecchio
e mi racconti l'arte di piangere dai miei dolori
e mi raccogli e mi sbandi
alla testa e mi sbagli
con i miei occhi di vetro e la mia plastica viva fantasia;
che te lo scrivo alle bocche del cuore
e te lo stampo agli occhi il senso
del vivere e morire soli in tanto mondo
Se fossi organico fiore
di spazi inchiodati alla terra
e avessi misura delle voci e cognizioni d'erba
Se fossi te nel mio raccordo di frasi
te labirinto d'occhi annodati
riscriverei il tempo d'un bacio in una conca d'aria
e t'amerei d'ore infinite libellule
perché ho un pensiero girotondo
e un corpo ippocastano
e scrivo e vivo e vegeto cosmogonie
e te la incido sulla lingua la bellezza
e te la taglio piano volando la voce del mare
che ti tiene a me mia leggerezza
- Blog di Giovanni Perri
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