Scritto da © Manuela Verbasi - Mar, 12/01/2016 - 10:21
Non è solo Bowie che muore, è la giovinezza di quelli della mia generazione che se ne va insieme a lui. La giovinezza dei pomeriggi passati a tradurre le sue canzoni e a trascriverle sul diario. A provare a cantare Velvet goldmine senza incepparsi, a litigare con la compagna di banco del liceo convinta che The man who sold the world fosse dei Nirvana.
È la sensazione di aver perso una parte di noi, che ci commuove, ed è quella stessa sensazione a unirci nel commiato.