Scritto da © Hjeronimus - Mer, 06/01/2016 - 15:06
"Per me la curiosità è vita. Se non sei curioso, sei in una bara". Questa non è soltanto una citazione, ma una sorta di epitaffio che ritaglio pari pari da una striscia giornalistica. Perché oggi, mentre quel pazzo maiale del tiranno nordcoreano fa annunciare di aver testato la sua prima bomba H, e quegli altri macellai delinquenti dell’isis rivendicano il massacro una poveraccia che informava il mondo via internet delle loro infami atroci barbare gesta, c’è anche da registrare l’addio di un autentico grande vecchio di questo nostro disperato e insanguinato globo. L’autore di quel rigo, qua sopra, che metterei volentieri anche a intestazione della mia esistenza. Il grande Pierre Boulez ci lascia a novant’anni d’età, dopo aver segnato quasi un secolo di musica con la sua costante, discreta, insostituibile presenza. E nel mio piccolo voglio almeno rendergli omaggio, con dentro un orecchio la eco infallibile della sua arte, e nell’altro l’urlo straziante dell’ingiustizia e della mediocrità del mondo.
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