Scritto da © Bruno Amore - Lun, 15/06/2015 - 15:52
Mettiamo che un mattino, io
mi svegliassi sereno canticchiando
mentre questo mondo sta precipitando
e pregassi ingenuamente qualche dio
per salvare chi di questo certo morirà.
Sarebbe come se, ancora io
fossi sordo a tutte quante le emozioni
non sentissi quante e quali frustrazioni
mi procura quella falsa sordità
voltandomi di là.
Poi svegliandomi in un sussulto, io
che lascio spesso dormire sul cuscino
preoccupazioni e dolori del vicino
per godermi una qualche libertà
mi accorgessi che mi sto solo imbrogliando
non è questo quello che vado cercando
pur con rabbia, voltandomi di là.
Bevo un tazza di caffè alla finestra, io
non può essere questa vita solo funesta
pur se alla radio alla tv c'è la solita minestra
presso un bimbo che va a scuola, l'auto si arresta
e incomincia bene il giorno come voglio io.
PS. Chiedo scusa a F. Mannoia, e suoi autori, per l'evidente riferimento di questa parodia.
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