Cominciava parlando di sè, quindi avviàti all'uscita
in che mondo vivi, pure tu, se lasci il resto ovunque.
A questo punto il cameriere tendeva la mano
come una trappola.
La generosità non imbarazza
se è offerta priva di gesti pomposi, ma se lasci
cadere monete mentre pronunci grandi parole,
sensazionali come miracoli, angosture o polluzioni,
quelle maiuscole fanno poca strada, feriscono i piedi.
Lui raccontava una sola storia, sempre la stessa:
Trafalgar oltre le nebbie, nel vivo dell’azione
come una strategia per separare le forze avverse
ed averne ragione, in special modo i bubboni
nei polmoni.
Se non ne avesse parlato tante volte, non avremmo
avuto la percezione delle bocche da fuoco
in una bocca da diporto.
Domani lo troverò, è certo che governa
in darsena, magro da non vedersi, calandrato dalle creste
di ponente sullo scoglio piatto, poggiato come un resto
di parabordo nella storia delle murate in secco.
E clavelino accostava al limite del legno:
un passo ancora e vi sarebbe finito dentro,
finché il fumo non prese in ostaggio i residui del ceppo.
Amava Nelson e si impettiva in un sogno orgoglioso:
passare dal ponte della Victory all’eterno.
Non lasciò
che i suoi resti finissero in terra.
Fine bugia.
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