Incontri casuali in Rio
Ritorno spesso con il pensiero a quei giorni lontani che trascorsi a Rio e a quell’incontro casuale con Paulo, un pittore locale, che ebbi modo di incontrare una tarda sera.
Sono durante le tarde ore serali, che è abitudine dei locali, di recarsi, dopo la chiusura dei ristoranti o dei cinema, qui, a Capocabana, su quel largo striscione di marciapiede che fronteggia la spiaggia ed è rinfrescato dalla brezza che proviene dall’Oceano, per un’ultima passeggiata.
A quella tarda ora il luogo prende vita con centinaia di bancarelle, ben illuminate, che dispongono la più variata mercanzia.
Tra i visitatori esiste sempre un buon numero di turisti, e io pure i inframezzavo con loro. Paulo era uno degli espositori, che teneva in ben vista diversi quadri appesi a pesanti teli sostenuti da tubi metallici.
Mi trovai subito incantato da quei acrilici esposti, ma fui ancor più sorpreso nel conoscere l’artista, un giovane pittore meticcio. Nacque tra noi una rapida amicizia e ricevetti pure un invito di visitarlo nella sua casa, in una località periferica e facente parte della famosa “Favela” la località in Rio dove vive il ceto più svariato in costruzioni arrangiate con materiali rinfusi e abbandonati.
Dopo quella visita alla casa di Paulo, e aver conosciuto la sua compagna, Isa, una sacerdotessa della religione meticcia, che mi volle benedire e iniziare nel loro credo, le cose più inspiegabili e assurde mi avvennero.
Spero queste poche righe abbiano catturato la vostra curiosità, perciò vi invito a leggere le ultime due parti del capitolo “Tutto avvenne in Rio”, nelle quali troverete le sorprendenti rivelazioni di quei giorni e che presenterò sia nella versione originale Inglese come pure nella debita traduzione Italiana.
Arrivederci a presto.
- Blog di Carlo Gabbi
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