Niente può essere dato per scontato, tranne
che poggerai il capo proprio là. Il divano
non ha ore, eppure da sveglia lo frequenti.
La vita, quando si fa prendere, è accattivante.
Nel dibattimento le gambe hanno mansioni
di difesa. Scoperta, la lingua prende la forma
dei panfili, al largo i denti fanno i marinai.
Questa la tua missione: mani in viaggio,
i due albatri abbandonano la sedia ai vestiti,
vanno sul corpo più liberi che la pelle.
Sono certe carezze che riducono gli spigoli
nelle voci, o svelano acque torbide e canneti
in cui il rifugio è parimenti guizzante.
Nuda, riscoperta da poco, limine del medio
stralunato e tremante, limite dell’intrusione,
lame affili roteando l’entroterra di venere
o la breve ora torbida e momenti tanto vocianti
che nemmeno il silenzio può alzarsi da solo; l’acqua
si cava dai pori piena del gergo delle sponde, come:
trattieniti; e poi: attento che mi bagni!
Abbiamo avuto il coltello dalla parte del monaco:
lui celebrava con rettitudine l’addobbo più sacro
il cerchio in cui le dita si dicono: teniamoci, noi
incredibilmente presenti in tanti, legittimi, sentivamo
la morte non esprimere la potenza del distacco.
Ti tengo, madonna del sangue inafferrabile,
tengo dai fianchi in un lasso saltuario.
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