Scritto da © erremmeccì - Sab, 10/01/2015 - 14:43
Fra una striscia di sole sul prato di fronte
e il vapore di una tazza bollente
nell’uggiolare di un cane
appeso al silenzio della notte
nella crocifissione di omissioni e rinunce
nel ricordo di attese
come perle d’Oriente, come acini succosi
(lontane, ahi, quanto…)
[uno sguardo allo specchio, passando,
inganni ripetuti consapevoli
auto-flagellazioni
rese momentanee]
aspetto ancora
e ancora e ancora
ciò che non può accadere.
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