Scritto da © gatto - Gio, 08/01/2015 - 10:55
Nello scendere nelle vie
di Pasqua una bambina rosa
osservo dietro il vetro
dell'auto sicura e verginale
nella veste, il viso incorniciato
dai fluenti capelli, il bel sorriso
dalla festa di Pasqua acceso e da malizia
che nel saluto mi rivela
sfrontato e dolce come di una rosa
con la mano nell'aria del suo vetro.
Con l'amichetta vaga sul sagrato,
poi sparisce nel medievale vicolo.
Entrato nella chiesa,
nel fresco della cappella laterale,
l'Arcangelo Michele con la spada
mi riavvicina in quelle tinte azzurre
e rosse dell'affresco
alla mia cattolica lotta
di ogni mattina umana che l'alba
apre nella luce delle ore alla scrivania
o con il gruppo nel Caffè o nell'aula.
Nelle mie fibre mi porto
la bambina rosa anche in chiesa
nell'aria del Rosario delle donne,
e poi fuori tra i lascivi manifesti
della pubblicità da consumare
anche di Pasqua il giorno.
La bambina nell'anima azzurra
del principe bambino nulla dice,
soltanto un corpo, nè Laura nè Beatrice.
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