Scritto da © Max - Sab, 15/11/2014 - 11:33
Di taffetà o raso
la marea spinge,
si apre lucida, corre...
Fugge e sfiora le caviglie
serrate ai piedi di conchiglie,
un abbraccio innocente
che sfianca il riso, torce...
Amore s'arrende di gesso
friabile tutt'uno di lacrime,
scopre impronte antiche
serti d'alghe inadeguate
alla morsa del tempo.
Dolomie di pallido rosa
rubano luce, suffragette
d'un corteo inanimato,
sono chicchi di sole
in uno specchio muto.
Amore s'affretta in corsa
di sudore raccoglie stille,
bianco acceca il ritorno,
tu, immobile altalena.
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