Scritto da © Franco Pucci - Sab, 18/10/2014 - 11:54
[liberati i versi senza punti e interiezioni
le dita incastrate in piccole trappole nere
inseguo formiche alate che si rincorrono
in allegra anarchia sul bianco elettronico]
Siccome non ho niente da dire allora scrivo
c’è troppo cielo attorno per serrarlo in pugno
c’è troppo mare nei miei occhi -alghe di ciglia-
c’è troppo vento per sguinzagliare la nuvola.
Con un lapis dalla punta ballerina come étoile
un block-notes dai quadretti d’azzurro sbiaditi
una gomma masticata da un tempo ignorante
un banco di marmo avvinghiato alla darsena.
Così ti dedico questi versi sghembi e scatenati
le parole in punta di labbra s’affacciano restie
ma tacciono -meretrici al soldo della fantasia-
libero il fiato gioca a nascondino tra i polmoni.
È una serenata senza capo né coda anima mia.
Figlia di un tempo acefalo.
le dita incastrate in piccole trappole nere
inseguo formiche alate che si rincorrono
in allegra anarchia sul bianco elettronico]
Siccome non ho niente da dire allora scrivo
c’è troppo cielo attorno per serrarlo in pugno
c’è troppo mare nei miei occhi -alghe di ciglia-
c’è troppo vento per sguinzagliare la nuvola.
Con un lapis dalla punta ballerina come étoile
un block-notes dai quadretti d’azzurro sbiaditi
una gomma masticata da un tempo ignorante
un banco di marmo avvinghiato alla darsena.
Così ti dedico questi versi sghembi e scatenati
le parole in punta di labbra s’affacciano restie
ma tacciono -meretrici al soldo della fantasia-
libero il fiato gioca a nascondino tra i polmoni.
È una serenata senza capo né coda anima mia.
Figlia di un tempo acefalo.
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