Scritto da © Bruno Amore - Gio, 02/10/2014 - 07:08
Prendo giù ogni volta la valigia
ogni volta che voglio partire
dal suo scaffale polveroso e
c'è sempre dentro qualcosa
un di più che c'avevo lasciato
l'altr'anno che volevo andare via.
Ho preparato tutto lì sul letto
e in ordine ripongo questo e quello
non manchi un libro, dicono tutti
porto lo stesso con cui ho più affetto.
Uno sguardo d'insieme mi basta
aggiungo quella busta spiegazzata
anche ingiallita dalla luce presa
per averla tenuta sull'anta fissa
della vecchia credenza di cucina
da quando inattesa m'è arrivata.
L'ho aperta mille volte e mille letta
ormai la so a mente e tuttavia ripenso
quando l'ho in mano per metterla dentro
se “ti voglio vieni da me, sempre ti penso”
dopo quarant'anni abbia un senso.
Pensieroso mi dilungo, bevo un caffè
è di nuovo ottobre fuori, cadono le foglie
piove, che brutto tempo fa quest'autunno
magari ci vado a maggio, quando è bello.
Disfo lento la valigia una volta ancora
metto la busta al suo posto con rispetto
e lei d'amarmi, in fondo, non l'ha detto.
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