Scritto da © voceperduta - Dom, 21/09/2014 - 12:13
Lontana dai guadi dei giochi,
scendevi alla cavea per quel
molle rumore di sandali
stringati.
L'ora sesta era la tua, per
decidere cosa fare, quando
atleti di sangue scuro si
lamentavano dei giudizi di
una folla trasandata.
“Per Cesare, e in Cesare
disparire!”
Fontane di mura più chiuse
al tuo sguardo, battaglie
svenate che tranciavano
i petti, di un bestiario sonnolento
che attendeva compassione.
Solo tu, nel limoso scorcio di
ponente, sfogliavi un rametto
come segno di distinzione.
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