Scritto da © voceperduta - Gio, 04/09/2014 - 11:33
Rischiavo di non avere più
l'aureola di gloria.
Odoravo i palmeti perché mi
ricordavano la nostra fuga
fra i deserti.
La pletora d'ombre mi spronava
a rallentare, quasi sapendo che
l'amore è un monolite sfuggente.
Ma ogni arido soffio, era parola
da inventare.
E ne inventavo di eccelse alla base,
tronchi primeggianti sui davanzali
delle sere più festanti.
Col silenzio ti sei fusa, una volta
più matura, come i cordami che
tengono le carene fatalmente
conchiuse nei fissanti delle
banchine.
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