Scritto da © Bruno Amore - Ven, 25/04/2014 - 07:46
Per tanto tempo ho guardato solo
dentro le mie palpebre chiuse
affascinato di potere immaginare
quel che non conoscevo, io ignaro
ma era là concreto, il firmamento.
Andavo inarrestabile
come l'acqua d'un ruscello
giù dai tanti aspri dislivelli
tra rive, salti, sassi, verso valle
ignaro, di poter immaginare
che prima o poi, avrei incontrato il mare.
Ancora non so se sia valsa la pena
tutto questo viaggio, questo andare
con sandali poco adatti, presi a prestito
da chi meglio di me l'aveva usati
fidando che avrei saputo camminare.
S'è graffiata alquanto e a fondo
la scorza che riveste la mia pianta
m'ha dato frutti che sembrano buoni
m'han fatto fiero e a tratti anche stanco
ma ora son grandi e forti
hanno frutti loro da mettere sul banco.
Così nella calma piatta della foce
vorrò incontrare l'azzurro che cercavo
mischiarmi a tutto l'altro che ci trovo
e domandarne un poco a bassa voce.
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