So che sembra facile- P.Bertoli Sings-

Avessi avuto un'armonica su cui fiatare, mi sarei messo lì in un angolo, ad aspettare il momento giusto per uscire.

Immagino la tua emozione, dilagante come l'emicrania che ti prendeva all'uscita da scuola.

Tuo padre deve avere indossato il suo abito firmato, e forse spolverato quella vecchia cinepresa dove ancora batte il nastro della prima comunione.

Ho aspettato sornione che la sessione finisse, irrigidendo i gomiti mentre la tua voce premeva sulla Corte e le sentenze, date e norme che a me verrebbe la confusione anche solo a sillabarle.

Tu invece eri perfetta nel sapere su quale punto richiamarle, mentre i professori in tenuta sgualcita si scambiavano rintocchi d'assenso.

Poi ho sentito una vertigine profonda, scalciarmi da dentro subito dopo che gli applausi si erano fatti più robusti; terminata la proclamazione, mi sono nascosto dentro uno dei bagni senza lucette, mentre qualcuno che non ero io, ti scuoteva insù per aria, aprendoti la strada da buon cerimoniere.

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Non ho mai apprezzato lo spumante francese, troppo dolce al mio palato.

Devo avertelo detto qualche volta. O forse no.

Di che parlavamo noi, alla fine?

Due che non hanno bisogno di parole per intendersi, sono forse troppo simili per mettere in scena le caotiche, ma necessarie conversazioni che animano le energie degli innamorati?

Ecco un altro semaforo che mi aspetta, la luce sorniona e supponente; sembrava fosse presente fino all'ultimo, ed invece ha cambiato bruscamente senso di marcia.

Da che parte è il ristorante? Meglio non saperlo.

Resta il tuo di momento, il mio non lo è più da tempo.