Scritto da © seb11 - Mar, 18/03/2014 - 10:49
... quando, furtiva, giunge la mezzanotte e sento, nel silenzio e nell'oscurità, i 12 fatidici rintocchi del destino, mi sdraio sul letto supino; mi rilasso e mi estraneo passivamente da ogni stimolo esterno, da ogni desiderio, da ogni problema che in quel momento e per qualche minuto può esser accantonato ...
Penso alla morte, come fine a cui abbandonarmi passivamente in un sogno; l'ultimo sogno che se anche avrà una durata oggettiva di poche frazioni di secondo vivrà in me, pieno e palpitante, per un tempo soggettivamente eterno ... cosa che solo ai sogni è consentita.
Il pensiero di un sogno soggettivamente eterno mi rilassa e l'idea che all'esterno una misurazione oggettiva rilevi un tempo quasi nullo ed il fatto che io non esisto più in alcun modo e forma (io alle balle dell'immortalità non credo affatto!) mi riempe di allegra ironia. L'idea poi che io possa vivere una fantomatica vita eterna o una reincarnazione mi diverte come una facezia degna solo di una risata piena e liberatoria ... io non ho alcuna contabilità con l'immaginario mondo dell'ade, del paradiso, dell'inferno, della reincarnazioni o altre simili stupidaggini.
Morte, in quanto morte soggettiva che prima o poi è inevitabile per chiunque viva, tu sola sei l'idea della pace, del sogno eterno che mi riempe la vita di serenità!
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un vero amante della “vita”, ve lo assicuro!
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