Scritto da © alvanicchio_Gir... - Sab, 08/03/2014 - 01:35
Tra "Io e Dio".
Eh si!!! tra "Io e Dio" tante volte mi sono concesso il lusso di condurre battaglie apologetiche; ora in difesa di una religione, ora in difesa di un'altra religione, cercando quella verità assoluta che non riesco a trovare, perso in quella realtà naturale che scombussola la mente.
E' difficile immaginare quante volte ho faticato su questi argomenti, per cercare una soluzione logica che fosse in grado di spiegarmi se è meglio credere in una verità scientifica, incontrovertibile, riscontrabile, perché fondata su un esperimento riproducibile e verificabile, oppure credere in una entità superiore, una sorta di super-intelligenza divina da cui tutto è scaturito, per credere in quel Signore che ha creato il tutto dal niente.
Nel Timeo Platone definisce " Demiurgo" l'ordinatore dell'universo, colui che conferì ordine alla materia primordiale, creando quel modello di realtà ideale nella quale oggi ci troviamo.
Per Platone Il "Demiurgo" trasformò il caos in cosmo, trasformò il disordine centrale in un determinato stato naturale delle cose, cioè trasformò il tutto in un ordine prestabilito.
Per Platone Il "Demiurgo" trasformò il caos in cosmo, trasformò il disordine centrale in un determinato stato naturale delle cose, cioè trasformò il tutto in un ordine prestabilito.
Il Demiurgo trasformò una grande massa di materia inerte ed incandescente in quello che noi oggi chiamiamo "grande Bing-Bang"; trasformò un punto centrale dell'universo in una miriade di galassie in espansione. Galassie fredde, sulle quali splendono dei Soli che generano la vita.
Da questa costruzione scaturì una struttura complessa, nella quale si rinvenne, non si sa come, la chiave della vita; e nella stessa vita si rinvenne un tipo di vita in grado di sviluppare un ragionamento logico, fondato su delle ragioni plausibili, che nascono dal processo mnemonico collettivo, dai libri, dalla scienza umana.
Questa forma di vita ha saputo trasmettere per secoli le conoscenze da uomo a uomo, dai simili ai propri simili, utilizzando, appunto, la scrittura. Questa cognizione intellettiva si è sviluppata ed ha dato luogo alla scienza moderna: "che oggi vuole governare il mondo senza darsi una ragione post scientifica che vada al di là del nulla".
Cosa sia successo, è un gran dilemma! e questo dilemma è come un serpente che si morde la coda, perché ci riconduce sempre verso quell'inesorabile passo che porta alla battaglia apologetica, ci riconduce verso quella battaglia che ci fa credere nell'Io, ... chiedendoci:" ma Dio?"
Cogito ergo sum, significa letteralmente "Penso dunque sono". E' l'espressione con cui Cartesio esprime la coscienza che l'uomo ha di se stesso, in quanto soggetto pensante. E' vero! Soggetto pensante, ma con quali limiti? ... c'è da chiedersi.
Non voglio tediare con questi argomenti né tantomeno voglio angustiarvi, perché, purtroppo, non sono in grado di dare una risposta esaustiva e corretta sulle vostre probabili domande.
Anzi, non sono in grado di dare una risposta neanche a me stesso.
Tante volte ho cercato una risposta su quelle memorie collettive, che i grandi pensatori del passato ci hanno lasciato; ma, haimè, neanche lì ho trovato la risposta giusta.
Per Pitagora, tutte le cose si possono spiegare con i numeri, e l'esistenza stessa si può spiegare con i numeri: "oggi c'è l'informatica, ma anche l'informatica è una fonte sterile".
Pitagora parla della metempsicosi, ma non lascia traccia della sua teoria.
Invece per Platone, l'ordine fondamentale delle cose si rinviene nel solido platonico, si rinviene in quell'equilibrio che si crea tra vari elementi della natura: "la terra, il fuoco, l'acqua e l'aria", su cui si innesta un'anima, concepita come realtà spirituale, distinta da quella dei corpi stessi.
L'anima è concepita come una sorta di energia pura, che scaturisce dal cosmo.
Ma come si è creata quest'anima?... Qui, anche Platone non da una risposta esaustiva.
Poi arriva il metodo scientifico che si riallaccia a Galileo Galilei. Il metodo scientifico è quello che cerca di dimostrare con mezzi fisici e reali un determinato esperimento riprodotto e riproducibile in laboratorio.
Certo! Il metodo scientifico archivia il metodo, diciamo, aristotelico, concernente le deduzioni logiche... teoriche. Il metodo scientifico porta la deduzione su una ragione plausibile, riscontrabile con l'osservazione diretta o meccanica degli esperimenti: quindi riproducibile in laboratorio
Eppure, anche il metodo scientifico trova ben presto la sua caducità, quando non riesce a darsi una ragione sui suoi fallimenti: "Oggi siamo in grado di calcolare scientificamente quanti elettroni, quante molecole e quanti minerali compongono una cellula; eppure, nonostante tutta la tecnologia, mettendo insieme quegli stessi elementi, non siamo riusciti a far scoccare la scintilla della vita".
Non siamo riusciti e non riusciamo a riprodurre da materiale inerte, la pur minima forma di vita.
Siamo punto e a capo, siamo al punto di partenza: " ed allora non può che esserci un'entità superiore che è riuscita dove noi abbiamo fallito:" Questa è la pura e cruda realtà!"
Per capire com'è fatto il mondo bisogna chiederlo a chi lo ha fatto! Ed una cosa è certa: " esiste una logica che governa il mondo e la traccia di questa logica la ritroviamo anche in noi stessi, quando ci poniamo determinate domande".
La logica che governa il mondo la ritroviamo negli equilibri delle dimensioni che sono a noi sconosciute, la ritroviamo nel rapporto che abbiamo con il nostro corpo, la ritroviamo anche nel rapporto che abbiamo con gli elementi e tra altri elementi stessi.
Ad esempio, la logica che governa il mondo la ritroviamo nel rapporto tra spazio e tempo: "due elementi che di per se risultano inconciliabili tra loro".
Immaginate lo scoppio di una bomba che espande le sue schegge nello spazio, man mano che il tempo scorre. Nel momento dello scoppio c'è un determinato tempo, e nel momento dell'espansione delle schegge c'è un altro tempo:" è come se lo spazio avesse rubato la dimensione al tempo". E cosa può fare l'uomo contro il tempo? Nulla! è la risposta corretta.
Per capire com'è fatto il mondo bisogna capire come siamo fatti noi stessi, com'è fatto quell'universo sub nucleare che sta dentro di noi; come quell'universo di atomi, elettroni, protoni e neutroni, ci dà la forza di muoverci in uno spazio che consuma il nostro tempo.
Ma chi ce lo concede questo tempo?
A mio avviso, è proprio In questo rapporto tra spazio e tempo che si trova la giustificazione di quell'atto di fede che conduce la battaglia apologetica tra "IO e Dio"... che fa propendere per Dio, man mano che il tempo riduce il suo spazio.
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