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Vito Elio Petrucci - "Sensa respio" - ("Senza respiro")

 Il dialetto genovese è certamente uno dei meno comprensibili, ma possiede una sua musicalità che si evidenzia nella poesia e agli inizi del '900 in Liguria nacque una fertile corrente poetica che generò nomi illustri quali Montale, Sbarbaro, Caproni, Barile.
 
Sensa respio
 
Se ti me veddi parla' con unn-a pria,
e prie de chi e conoscio
unn-a per unn-a,
no dime ninte: a l'e 'na meschinetta
che drento a gh'ha tutte e facce
do mondo ma a no l'ha mai
incontrou
o scopello de l'ommo
ch'o ghe dagghe o respio.
De votte me contan de storie
che chi e savesse scrive
saieiva grande poeta.
Cosci' so che a fin de tutto
a vegnia' a neutte appreuvo
a l'urtimo seunno de l'urtima pria.
 
Senza respiro
 
Se mi vedi parlare con una pietra,
le pietre di qui le conosco
una per una,
non dirmi niente: è una poveretta
che dentro ha tutte le facce
del mondo ma non ha mai
incontrato
lo scalpello dell'uomo
che le dia il respiro.
Alle volte mi raccontano delle storie
che chi le sapesse scrivere
sarebbe grande poeta.
Così so che alla fine di tutto
verrà la notte dopo
l'ultimo sogno dell'ultima pietra.
 
Vito Elio Petrucci (Genova 1923 - Genova 2002) è stato giornalista e commediografo oltre che poeta, e attivo divulgatore e sostenitore della lingua e della cultura genovese.
 
 

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