Scritto da © voceperduta - Mar, 11/02/2014 - 12:49
Adila, in fondo, chiedeva solo amore. E non l'amore ossessionato dalle parole, né quello che si nutre di ambizioni fatiscenti che servono a rimandare i gesti più miti e sinceri.
Voleva stare lontana dalle doglie un po' oscure, di quelle trame amorose che, non si sa come, finiscono con l'alimentarsi quasi da sole; ma, troppo spesso, gli animi non sono mai padroni delle loro decisioni. E così, puoi ritrovarti un giorno nel mezzo di una passione tanto sentita quanto evanescente, nella sua doppia natura, magica e goliardica, come l'apparizione di un veloce trampoliere che, prima o poi, dovrà fare i conti con i solchi già segnati sulla terra.
Lo scrittore l'aveva presa per mano, più di una volta. Di notte, mentre la tenda aperta sul mare si riempiva di ciottoli colorati. Fra le scale scivolose della stazione, davanti le vetrine che Adila sceglieva come mete di lunghe ed armoniose passeggiate.
Lui l'accompagnava a scegliersi i libri che lei più preferiva, al bar dove l'attendevano le amiche universitarie per un imprevedibile ripasso della materia da dare.
Ma lo scrittore, mai, mai avrebbe camminato con lei nei dintorni di quella storica gelateria, dove tante coppie giocavano al sorpasso, nell' attesa di un nuovo desiderio da realizzare.
Adila aveva sentito come prima cosa la sua voce, mentre lui le descriveva al telefono la noia allarmante di una festa per palati groove ed hard rock. Di certo, non doveva averle fatto una cattiva impressione. Poiché lui sapeva usare le parole coi tempi giusti, sapeva stuzzicare l'attenzione amplificando gli spunti più banali; la presenza di una farfalla lontana, poteva diventare un boato gustoso e colorato. E, che fosse o meno la verità effettiva, era semplicemente tutto ciò che lui era in grado di offrire.
Adila sottovalutò l'isteria che si può scatenare, quando un forte sentimento assume presto il valore di una ricerca continua e irrinunciabile; allora la persona che si ama non diventa più semplicemente un bene da difendere, ma diviene lo squarcio improduttivo delle tue giornate no, l'essenza stessa dei tuoi umori che si filtrano attraverso di lei con una foga senza pause, mentre il rantolo della paura comincia a inclinare le strutture portanti e,per evitare di sprofondare nel silenzio più livido, il salvagente della bugia diventa l'aggancio più vicino possibile.
Lo scrittore iniziò semplicemente a volerle bene. Il che non è detto sia un male, quando si finisce col non dare troppo peso alla densità dei baci, al volume degli abbracci,
quando le lamentele si accartocciano come sirene in lontananza,e tu stabilisci comunque che vale la pena tentare.
Adila se lo ritrovò più presente, ora che lui si era chiarito in mente ciò che realmente gl'importava; attraversare con lei un sereno viatico, provare ad accendere altre luci, più robuste, meno effimere, anche se ciò comportava fare fronte agli sbalzi affannosi del presente. Ma gli animi non sono mai padroni delle loro decisioni. E la cosa valse per lui, più di quanto in cuor suo si aspettasse.
Adila affrontò dei periodi bui, e lui non c'era. Il dovere verso quell'arte a tratti osteggiata, reclamava comunque dosi di scrupolo e attenzione; lui non potè scegliere diversamente.
Lo scrittore si allontanò da Adila, salvo quando cercava di alimentare improvvisamente dei fuochi litigiosi per scardinare il muro d'indefferenza che andava pian piano elevandosi. Smise di prenderla per mano. Smontarono la tenda dal mare, ed ognuno cominciò a setacciare i propri cunicoli alla ricerca di onde meno anomale, da dove anche la più piccola barca può lentamente affiorare.
(Dedicato a M.)
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