Un cappello sotto l'albero cap. n. 2 | Prosa e racconti | scrittore5968 | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Un cappello sotto l'albero cap. n. 2

CAP.2
RITORNO ALLA VITA SENZA LEI.
Con la morte della mamma, Daniele e il fratello Roberto conoscono la sofferenza, e il loro carattare viene scomposto . Abitavamo a Savignano sul Rubicone.Un piccolo paesino ,tra Rimini e Forlì. La nostra cara mamma si era spenta il 22 febbraio, lasciandoci nella disperazione e nel dolore. Notavamo molta sofferenza anche da parte di papà.Ritornammo alle scuole 9 anni io 12 mio fratello . Ma io e mio fratello per lo studio eravamo negati. Maestre intrasigenti,che tentavano di smuovere ,la mente nostra e portarci alla felicità,e voglia di studiare.Molte volte papà si arrabbiava ,ma nulla faceva si ,che potessimo migliorare. Forse la mancanza di mamma portò a noi un vuoto,e una sconcentrazione negli studi.Ne combinavamo,di tutti i colori.Almeno io ,da ciò che mi viene in mente ,ero il più selvatico e distratto.Mi bastava ,essere vicino ad altri bambini,un poco scalmanati,per farmi diventare un piccolo monello. Passò così altri due anni5° elementare e inizio della prima media. Anch li nella prima media era un grossissimo dramma.Sempre fuori dalla porta,perchè ero messo spesso vicini ad altri ragazzini monelli,del quale io mi affiancavo ,e insieme se ne combinavano di tutti i colori.Oppure ricordi le mie distrazione ,verso l'esterno.Mi attivarava vedere fuori i tre passare ad alta velocità.Infatti la scuola si trovava a pochi passi dalla stazione dei treni.La stazione dei treni poi nei miei pomeriggi,diventò il mio passatempo.Un luogo dove giocare fuori da tutti.Vedere la velocità dei treni mi faceva essere felice,mentre il dramma della scuola da finire diventò sempre più faticosa, tanto, ché un bel giorno, mentre cenavamo, io vicino alla credenza,mio padre vicino alla cucina ,mio fratello a fianco al divano ,in quella cucina piccola Papà rivolto a me disse:-
-Da domani tu ( rivolto a me.) andrai a vivere a Ravenna con nonna Nina, Roberto invece rimane qui con me. Sei contento ?-
Silenziosamente annui. Lo osservai senza capire.Avevo solo 9 anni.Sulle prime rimasi molto sorpreso, mio fretello rimase anch'egli silenzioso,vedevo la sofferenza del distacco. Qualche minuto dopo, contento accettai , anche a costo di lasciare solo mio fratello. Ero una bambino molto sensibile e vivevo un particolare momento della mia vita non potevo sapere se ciò che avevo accettato era bene o era male.
Siamo nel 1977. Una mattina come tutte.La sveglia suonò molto presto.Papà si era già alzato.Non ricordo con esattezza ,ma dovevano essere le 7.00 del mattino.
 
Sembrava che mio papà avesse fretta di mandarmi via. La valigia era li nella mia cameretta,affiancata al letto che da quel momento non sarebbe piu stata mia.Giunse ad aprire la porta della camera, e agitato ,disse
- su , a lavarti, e fai colazione velocemente.Ti aspetto di sotto tiro fuori la macchina.
Lo vedevo nervoso ,teso,forse risentito,ma sul mandarmi via sembrava avesse un non dico molto ma un po’ piacere. In camera io e mio fratello ci salutammo per l’ultima volta.
-Dai ,Ravenna poi non è così lontana da raggiungere. Ti verrò a trovare presto.Disse
Raggiunsi la porta di casa ,la osservai l'ultima volta,ed insieme a mio fratello raggiungemmo papà.Era gia davanti al portone in attesa .Salì sulla macchina,e salutando mio fratello ,mi allontanai verso la nuova città dove avrei vissuto.
 

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