Scritto da © Nievdinessuno - Sab, 18/01/2014 - 09:53
Muovo la pioggia con un balzo, luce si fa spettro delle palpebre, lo scadere delle ossa combacia coi tendini percossi dall'avidità di un pugno. Ma qui, la solitudine è circa un'oncia di incudini che cercano il macello della carne, ne profanano le scarpe, ed il cammino più lungo dei passi conosce la fame della fine. Allora, ci faremo promesse quando saremo all'incirca nella sventura di tredici mandrie appena sgozzate dalla fermezza di un chiodo. Potremo pregare sugli altari più logori, chiedere l'armistizio ai cieli, e riconoscerci fanciulli di una verità riscossa,
quella delle armi, al di là, l'ipocrisia dei bulloni, prima che crollino al suolo, il netto profumo di una benedizione predestinata a migliaia di capi.
quella delle armi, al di là, l'ipocrisia dei bulloni, prima che crollino al suolo, il netto profumo di una benedizione predestinata a migliaia di capi.