Una schiarita a cielo scuro affermerei sicuro e conseguentemente fui colto dall'euforia dunque a lui confidai presto.
Voglio anch'io assemblare un "burattino" con la mia penna.
Tutti i pennaioli seri ne hanno costruito uno.
Da Pinocchio ad Ulisse.
Cenerentola, ma anche la fata, erano infatti comandati da trame di segni disegnati dall'inchiostro sulla carta.
Il mio dovrà avere capelli ispidi, orecchie da panda, un naso vagamente aquilottero, a periodi dei denti e due occhi verdi con pupille quasi dilatate.
Anche bislungo, magritudine e puzza di piedi "evidentemente" sapranno conviverci.
Non sopporterà i peli di barba, il sudore delle ascelle, gli acciacchi e... e la sua arroganza.
Ripeto la sua arroganza.
Approfitterà cioè solamente fin dove arrivano i suoi bisogni quotidiani e non difenderà mai l'approfittatore.
Cercherà sicurezze non prove, sentimento non piacere, emozioni non sfogo.
Non vorrà "venire", nel senso orami più classico del termine, anzi preferirà arrivare, farà per quel che può favori e con gli amici si comporterà bene.
E saprà certamente conoscere, riconoscere e rispettare.
E per deambulare fra le cose e le genti userà, dato tutto questo un po' obbligatoriamente, una de figurazione, di modo che lui rimarrà in disparte, dai flussi comuni, pure se la sua persona "è" molto coinvolta dagli avvenimenti.
Di speciale non avrà proprio un bel niente, a parte quello che speriamo diventerà.
Né nasi che s'allungano, né tesori da cercare.
Di particolare invece avrà abbastanza oltre ai due visibilissimi tatuaggi sul gomito ( per dentro e nel mezzo sopra l'incrocio delle vene ) ed il lobo destro ( right! ) bucato.
Porca!
Nondimeno ha già incominciato ad incrociare e ad allevare lemmi e sinceramente sono preoccupato.
Ancora non esiste e fa già di testa sua.
Che dice signor Tufiro siamo di fronte ad una specie di tragedia greca del terzo millennio?
"Per conto mio dentro la testa degli uomini le idee viaggiano!"
Urca.
Bella scoperta.
Originale davvero.
"Sicuro in quanto io sono certo del fatto che loro sono vite vere e munite d'un corpo para fisico che... che usa la nostra testa come mezzo di trasporto per deambulare.
Per spostarsi.
Per viaggiare.
Per percorrere delle distanze ed esplorare pertanto delle altre crape, che invariabilmente finisce per incontrare sulla strada".
Pari a degli uomini che si concentrano su un treno per poi, scegliendo ognuno la fermata desiderata, spargersi in tutte le direzioni?
"Bravo!
Percepisco che hai capito.
E perciò a questo punto mi ci vuole un bel quindi non serve esternarle".
Come non serve esternarle?
"Certo!
Basta pensarle.
Basta crearle.
Basta lasciarle formare e saperle accudire dentro.
Al diffondersi penseranno loro.
Ovviamente servendosi delle nostre interazioni".
Anche le mie e le tue?
"E senza che ce ne rendiamo conto".
Ma va.
"E ti dirò di più.
Se quando s'incontrano dalla loro unione avvengono del vero intimo e della seria fusione ovvia, sembrerà di sentirle progredire col risultato di vederle, nelle eccezioni, affiorare spontanee fra i concetti che diventano solidi".
Non è che dando voce in fondo si semplifica il passaggio?
"Forse.
Forse, forse, forse.
Tuttavia, volendo paragonare degnamente, al fiore reciso si toglie la vita solamente per ammirarlo un tot e successivamente viene immancabilmente lasciato marcire nel suo brodo.
Favorisci te se vuoi dunque, in quanto io al solito preferisco sorridere.
Sempre preferisco sorridere".
Mi rispose.
E ditemi voi se è poco.
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