Potessi consolarti
facendo sgorgare piccole gocce di miele
sui percorsi contorti di queste amarezze
potessi vincere la gravità
dei turbinii delle complicazioni
sciogliendoti ogni nodo polveroso
di antiche ritualità
dove tutto è già scritto
come un libro alla rovescia
dove non c'e' speranza per un rosa
da cogliere al mattino
e mettertela lì nuda sul cuscino
senza pungerti con le spine
macchiandoti di rosso vivo
che sgorga come impaziente
di potermi marchiare d'amore
e sentirne chiaro l'odore
nel centro esatto del desiderio
mentre scorre di lingua
e mi urla in gola
avvinghiandomi di desiderio
quando avida lo sento scivolare
e vibrare
e urlare
aprire
a tratti dilaniare
ogni volere
vivo come mai
tra le cosce
amandoti ora
più di ogni per sempre
E intanto passano le ore
e la disperazione diventa dolore
e le pieghe sono piaghe da consolare
e le catene fruste per ampliare il sentire
che tormenta l'incedere ubriaco
di una goccia impazzita di dolore
che vuole solo morire del tuo amore
ora
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