Sai Bepi una sera stavo aiutando la sposa del mio amico elefante a partorire e così tutto preso dal coinvolgimento, non so bene per quale motivo, m'è improvvisamente saltata in mente una vicenda raccontatami dall'ippopotamo prima.. prima che la zebra fosse adattata al far attraversare i pedoni.
Essa, la storia intendo non la zebra, cominciava con la descrizione dei due protagonisti.
Lei era sublime, i capelli ricci e scuri scuri le contornavano una faccia piena, ilare e carina.
Considerevolmente carina con quegli occhi marrone, quel nasetto schiacciato e quelle labbra carnose esposte alle considerazioni di tutti.
Lui... lui altresì era bello.
I suoi muscoli sembravano disegnare un giardino zen su sabbia d'ebano e solcavano il corpo modellandolo virtuoso.
Poi era alto alto, nobile di portamento e possedeva movenze feline fin nelle sopracciglia egregiamente curvate.
Vivevano entrambi in un continente lontano lontano e caldo caldo e selvaggio selvaggio.
Un posto zeppo d'insidie e poverissimo e poco libero e s'incontrarono ad una festa indetta in onore d'un famoso uomo della medicina.
Famoso costui per le sue indiscutibili arti guaritrici, delle quali entrambi in tempi diversi avevano avuto invano bisogno.
Purtroppo loro infatti erano incredibilmente timidi, ma la timidezza nell'ambiente in cui si trovavano assolutamente non era contemplata e ti faceva diventare emarginato alla pari d'un albino al che... al che qualsiasi mezzo doveva venir considerato allo scopo di debellarla, perfino i riti magici ed istrionici.
S'incontrarono dicevamo e s'incontrarono ignari del difetto che tormentava entrambi.
Però cavolo s'incontrarono veramente, allora il sentimento dell'uno fu uguale al coinvolgimento dell'altra.
Un colpo al cuore insomma.
Pure se ovviamente la particolarità nefasta ne rimase immutata.
E le vicende festaiole intanto continuavano il corso.
E la musica di percussioni ossessive seguitava.
E le danze tribali si ripetevano e sui fuochi stavano a cuocere grandi prede e... e loro convergevano, convergevano, convergevano uno all'altro fatalmente attirati.
Sempre ponendo massima attenzione al non svelarsi.
Sempre di nascosto.
Sempre con addosso la paura d'esporre mosse azzardate.
Sempre in preda ad un senso di vergogna per gli stimoli che cavalcavano, bensì anche sempre meglio inesorabilmente.
Ora i desideri erano comuni, nonostante lo stesso non ci fossero il modo, la forza o l'astuzia per rompere il ghiaccio.
Ed andarono avanti per delle giornate in questa maniera finché... finché una sera successe, fuori dal villaggio vicino al fiume, un fatto sconvolgente.
Talmente sconvolgente che la gente per intero fu attirata lì e perciò avvenne... avvenne si ritrovarono, evidentemente soli, dentro la grande capanna che fungeva da dormitorio collettivo.
Lui un po' in alto sopra un soppalco e lei di sotto vicino al giaciglio.
Oddio pensò l'uomo ed adesso?
Le chiedo qualcosa?
Chissà che nome avrà?
Boia comunque se non è bella.
Sono interamente rapito ed al guardarla mi parte la pelle d'oca.
Ed oibò, considerava nel frattempo la donna.
Pazzescamente tosto il signorino.
Vedi che spalle, che cosce e che inguine.
Avevano cominciato insomma ad osservarsi di soppiatto, a sbirciarsi interessatissimi.
Naturalmente quando uno stava girato dall'altra parte comunque.
E ricorsero parecchio a tale comportamento.
Vi ricorsero parecchio e facendo sì che la pressione e la voglia d'esprimersi crescessero a dismisura parallelamente.
E quando quasi simultaneamente stavano praticamente per scoppiare le vene, dopo aver raggiunto livelli di tensione interna altissima, finalmente... finalmente i loro sguardi si presero la responsabilità d'unire le une nelle altre le pupille e con tutta la colla che avevano da spargere.
Wow!
Ora ognuno poteva leggere un libro aperto ed erano ben consci di ciò, nondimeno non reagirono con stacchi bruschi né si ritrassero, anzi magia s'abbandonarono al piacere di penetrarsi ed esplorarsi.
E fu allora che i "grilli" presero coraggio e le le fantasie cominciarono ad emergere.
Mamma mia che seni!
Turgidi, sodi, espansivi e che collo sensuale pensava lui mentre sentiva vibrare intero il suo corpo.
Porca sono sciolta e là tutta bagnata realizzava lei.
Mi s'è aperta una voragine tra le gambe e se solo fa un passo verso di me svengo.
Tutto bello dunque.
Ma di fatto ancora non avevano gettato le loro tare.
Se non che lui era tutto sudato e praticamente nudo e solarmente riluceva, dimostrando l'enfasi che gli si era generata addosso di per cui... di per cui stranamente, non potendo ancora tener segreta un'evidenza, non si nascose ferito nell'intimo allorché notò di stare esageratamente sessualmente eccitato.
E lei pertanto non poté non notare e provò soddisfazione.
Soddisfazione vera, che le fece succedere incontrollabile un piccolo moto di lingua fuori dalle labbra.
Niente dirai tu Bepi.
Ed invece fu quel che bastava al di lui di lui per vincere la resistenza della "mutanda", visto che l'erezione prendendo ulteriore slancio trovò il pertugio adatto per oltrepassarla, sporgendo adesso intera la turgida verga.
Gli occhi tuttora attaccati.
Il pisello espostissimo.
Il sudore che colava.
Ed ancora fermo.
Bloccato dal suo male.
Ed uguale per lei.
Eccitatissima, voglia alle stelle e... e blocco totale d'iniziativa.
Trascorsero attimi, minuti, ore, secoli, ere in quei momenti.
Trascorsero realizzazioni.
Trascorsero voluttuosi sentimenti.
E trascorsero anche brame di sfogo e liberazione ergo... ergo quando lei si diede, muovendo la mano sinistra, una semplice aggiustatina ai capelli lui... lui, spinto dall'agitazione atomica che quel gesto andò a procurargli, non seppe fare altro che eiaculare, eiaculare ed eiaculare.
Senza nemmeno sfiorarsi o essere sfiorato.
E neanche poco dovremo dire, dato che dal suo membro partirono vari spruzzi di sperma filante nell'aria.
Filante, filante, filante al punto che uno, probabilmente aiutato dal partire dall'alto, riuscì a far percorrere ad una goccia qualche metro e farla atterrare su una avvampata guancia di lei mentre... mentre lui gemeva compiaciuto causa l'enorme piacere che... che un fatto del genere è senz'altro in grado di generare.
Un trionfo!
E lei fu di conseguena a sua volta trascinata nell'orgasmo dalla sorpresa e godette, godette, godette.
In piedi, le gambe divaricate e le braccia allargate.
Godette splendidamente e mantenendo gli occhi fissi nei suoi.
Godette ludica al pensiero d'essersi vinta una volta per tutte.
Godette e corse, corse, corse e l'abbracciò forte, forte, forte.
E... ed una grande risata liberatoria illuminò i loro volti e portò via con lei il loro problema per sempre.
Ecco Bepi.
Che ne dici.
È o no una vicenda che avresti vissuto volentieri?
«Per carità!
No!
No!
No!».
E perché no?
In fondo è l'amore che vince sulla sfortuna con la sua poesia.
«Come perché?
Perché, se non sbaglio, è una storia successa in Africa e fra negri per giunta indi... indi una vera ed orrenda scimmiata che io mai riuscirei ad ammettere umana e che mai, mai, mai potrebbe rendermi partecipe.
Proprio no che non mi sarebbe piaciuto!
E nemmeno sono contento che siano guariti se vuoi saperlo.
Ciao».
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