Ogni tanto e non so per quale motivo ho bisogno di scrivere ancora su questa cosa.
Sono uscito di casa stamattina ed ho visto le splendenti distese di campi, leggermente a gobbe, della campagna toscana.
Ho pensato splendide quelle discese di messi e mi sono balzati in mente immediatamente il barcellona e la coppa dei campioni.
Che palle!
Come si fa ad essere poeti nei nostri giorni?
Vai al supermercato ed i peperoni sembrano angurie.
Non vedo in che modo potrei tessere le loro lodi.
Che sono talmente manipolati e tragicomicamente gonfiati da fare unicamente effetto visivo e niente gusto.
Nei luoghi belli poi c'è sicuramente un ristorante o un bar o un villaggio turistico.
In cui si sta pasciuti per carità, anche se ciò non mi è sufficiente assolutamente per renderli adatti al ricevere odi.
E pure le persone stanno tutte taroccate.
Creme, profumi, parrucchieri, vestiti ed in alcuni casi interventi chirurgici ne nascondono la vera forma.
E che dire del cielo perennemente trapassato da aerei e satelliti vari?
Io... io non sono capace di vedere parole poetiche in un concessionario bmw o ferrari.
Che saranno belle vetture lo ammetto, ma ce ne passa da lì al meritarsi un versetto.
Il canto degli uccellini è stato sostituito da una ruspa che scava.
Il silenzio della sera è invaso da echi di camion in superstrada.
L'oscurità della notte è piena di fasci di luce chimica.
E non sono molto meritevoli neppure le signore che vanno e vengono da sotto il lampione.
Cosa resta?
L'amore direte, i buoni sentimenti e forse i bambini.
Che quella va con quello unicamente per bieca ricchezza agognata e quell'altra togliendosi il cerone diventa un mostro mutante ed il suo portamento denuncia chiaramente grande falsità interiore?
Che tutti "serviamo" all'uopo il far deflagrare le libidini di un altro?
Che a lei signorina glielo infilerei in bocca dato quel rossetto invogliante?
Che quello è un bel figo piacente, di per cui non è per nulla impossibile se lo sia, appena, preso nel culo dal suo accompagnatore col sorriso da dentista bravo ed importante?
È dura la vita del poeta moderno.
Ho già scritto anche di questo, però ribadisco lo stesso che Neruda era fortunato ed aveva vita facile lui.
Che poteva lanciare meravigliosa rima pure all'arancia se voleva.
Che ai suoi tempi c'erano ancora quelle ridenti e selvagge.
Ora purtroppo sono prigioniere in fila e lanciano grida di disperazione alla naturalezza ed immensa tristezza.
E questo è il punto.
Il poeta odierno deve o innalzare o volontariamente ignorare tristezza, oppure alla meglio inventare felicità virtuale o personale, esaltandola attraverso metafora appositamente "ignorante".
Tappandosi il naso e facendo orecchie bocca e cuore da mercante e... ed io questo lo rifiuto.
E lo rifiuterei pure qualora avessi veramente le doti,
per essere uno di loro intendo.
Non è tutto così dite?
Ed io vi do ragione.
Peccato resti fuori talmente poco che credo due o tre poesie in una vita siamo più che bastanti.
E quelle le ho già scritte, cavolacci.
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