Scritto da © Ezio Falcomer - Lun, 28/10/2013 - 08:16
(Testo e Video di Antonio Nazzaro,
Voce di Ezio Falcomer)
" Il fatto d’essere nato a Torino nel 1963 è stato del tutto casuale, sarebbe potuto nascere in qualunque cittá del Nord Italia, dove cadevano come acquazzoni i meridionali nel dopoguerra.
I due vecchi che lo accompagnano camminando per Caracas sono mamma Sara e papà Vittorio; la loro storia si racconta tra fotografie, umiltà e una quasi folle volontà d’essere onesti e genitori.
Il manicomio o clinica sarà parte della loro vita con l’arrivo della sorella Daniela, soffocata dal forcipe e rimasta senza respiro per sempre, ma viva, se così si può dire.
Per Antonio è la prima volta e durerà per sempre: trovarsi controvento. La diversità è contagiosa, almeno per gli altri.
E’ una lotta che si svolge quasi in silenzio tra medaglie del migliore della classe e voler essere un buon giocatore di calcio e poi atleta. In verità solo voleva dire: mi chiamo Antonio e sono normale.
Nascosto, scrive poesie ma senza capire il perché.
Gli anni scorrono con il nonno paterno, vecchio partigiano e comunista, fotografo per caso e fondatore di una dinastia di fotoreporter, che gli insegna l’onesta e che ci sarà un mondo migliore.
La sorella Daniela fa scoprire ogni giorno che non ci sarà un mondo migliore.
Lui guarda la sorella handicappata e si ritrova handicappato allo specchio degli occhi che non sono i suoi.
La politica e la scuola si sgretolano sotto i piedi e il saltare in alto per ogni centimetro che si supera aumenta la caduta. Antonio esiste solo se “vince” e la voglia di perdere si fa grande.
Il preside e professore del liceo gli trasmette il piacere delle cose colte.
Daniela è sempre stesa sul tappeto e Antonio la scavalca sembra senza vederla ma è un grido in un passo di ogni giorno e ogni notte per anni ed anni.
Poi, quasi per gioco, arriva l’eroina. Antonio è finalmente lo specchio degli occhi non suoi. Ha una amante-madre-sposa e voglia di vivere che sbatte i tasti di una macchina da scrivere ma il giornale non lo sente e la poesia mente.
Sono passi senza rumore silenzi urlati e sguardi stanchi, e per la cena tra i giornalisti c’è chi gli trucca gli occhi; ma non si trucca la vita, e quando la polizia morde il passo arriva la comunità .
Ti vedo bene, dicono, con uno strano sorriso tra chi aspetta la ricaduta e chi fabbrica di etichette e ti chiama ex mentre la partita non è neanche alla fine del primo tempo.
Antonio riempe fogli di poesie che legge alla donna di turno, compagna d’ago e prostituzione e furto con destrezza; e spesso con rabbia che si fa violenza che gli fa paura.
Sono parole perse che cercano un appiglio, una vita che non se ne va. Daniela si scavalca come prima senza vedere. Fa il giornalista di nuovo ma è un inganno e la porta della comunità o di una clinica s’apre prima della cella.
L’illusione è un paesino della Liguria, come se il sale marino potesse chiudere le vene mentre arriva solo un “foglio di via” , e una donna senza volto che parla dal Messico e dal computer si fa amore.
La donna era bella come luce della scena e finalmente vera, lo scrivere ha forza di lingua e Antonio si fa maestro d’italiano e la vita sembra un sogno messicano. Poesie e scritti corrono come la città.
Antonio ritrova la vita nell'odore a nuovo del mercato di Tlalpan e nel viso di una donna che ha la faccia di uno sguardo che s’incontra per caso...
Virma è un acquazzone che porta la pioggia nelle ossa, la metro si fa nave amororosa e Antonio sta per farsi padre e professore d’università.
Antonio è bottiglia di champagne di compleanno; apre la porta ma Virma non risponde, dondola, dondola. Appesa a una corda per il collo e un foglio bruciato. Taglia le corde come fossero quelle che legavano Daniela al letto quando bambino.
Lui è in un manicomio messicano; con Daniela corre nel prato.
Cozumel è isola dai movimenti lenti e lingua indigena e silenzi di donne dalla borsetta che racchiude una vita. La penna è secca come la tastiera senza schermo. Torna a insegnare. La vita torna, come sempre.
Caracas è nuovo amore. Il vacillare della mente si ritrova sulla tastiera che si fa video e racconto e si schiude in un libro: "Odore a". L’itañolo è una nuova cultura una nuova vita come sempre sconosciuta che si osserva passare dall’Avila"
(Antonio Nazzaro, "Odore a. Torino-Caracas senza ritorno", Napoli, Arcoiris, 2013)
Edizioni Arcoiris Salerno: http://www.edizioniarcoiris.it/index.php
Blog: http://monasmonas.wordpress.com/2013/...
© 2013Centro Cultural Tina Modotti
Illustarazioni di Mariana De Marchi: https://www.facebook.com/MarianaDeMar...
Editor versione in italiano Ezio Falcomer: http://eziofalcomer.blogspot.com
Editor español: María Julia de la Cruz Guerra http://benditamediocridad.wordpress.com
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