Scritto da © Alexis - Mer, 17/03/2010 - 15:34
Jan Matejko, Stanczyk, 1862
E solo, qui seduto, penso:
"Come sarebbe il mondo senza il suo giullare?"
Senza il facile riso al volger di ogni sua trista pagina,
senza la mesta ironia di un giorno che, prima o poi, diverrà ricordo
lasciando solo vaghe tracce di sé e del suo disperato pianto,
senza quello zucchero che si mescola al sale di una lacrima di sangue?
Come sarebbe il mondo senza il suo giullare,
senza il tacito assenso al patto con la sovrana morte?
E come sarebbe il giullare senza il suo amato mondo?
Qui seduto sto e
- rimembrando -
il pensier mi pongo.
"Come sarebbe il mondo senza il suo giullare?"
Senza il facile riso al volger di ogni sua trista pagina,
senza la mesta ironia di un giorno che, prima o poi, diverrà ricordo
lasciando solo vaghe tracce di sé e del suo disperato pianto,
senza quello zucchero che si mescola al sale di una lacrima di sangue?
Come sarebbe il mondo senza il suo giullare,
senza il tacito assenso al patto con la sovrana morte?
E come sarebbe il giullare senza il suo amato mondo?
Qui seduto sto e
- rimembrando -
il pensier mi pongo.
Jan Matejko, Stanczyk, 1862
Ispirata da un dipinto di Jan Matejko
Alexis
17.03.2010
Alexis
17.03.2010
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