Scritto da © mario calzolaro - Dom, 25/08/2013 - 16:57
Ed è allora che poserei se ci fosse una pausa nel silenzio
il trascorrere del Tempo, la sua polvere d'orofino
con la certezza d'un metro che non si usura
e ti accarezza cerbiatto sperduto fremente
e le altalene e i viavai senza ritorno
con labbra serrate e le ginocchia stanche
memori di valli senza nome e monti dimenticati
e anfratti solitari in attesa della Luce
mentre il sole ancora ti accarezza quasi
e s'ode lontano il fischio del Vento
nè sai se è il corpo che ti inganna o il Sogno che ti scuote
ed è croce di membra
sparse nell'ultimo alternarsi ripetuto
Ed è allora che la Vita si fa incanto
Gigli di Fuoco ed estasi di Pianto
Quando più alta si fa la Vista
ad incontrar la Luce prima che torni Sera
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