Scritto da © ComPensAzione - Sab, 24/08/2013 - 08:00
La differenza della mia scrittura nei confronti di quella di uno scrittore è quella che c'é tra un artigiano e un artista .
Se dovessi costruire una sedia la farei con la passione del creare, intagliando, smussando gli angoli con cura, torcendo in curve il materiale, inserendo i pezzi ad incastro e alla fine la mia opera verrebbe perfetta per il suo compito, funzionale , robusta e sicura, pronta ad accogliere qualsiasi posteriore che ci voglia riposare.
L'artista fa lo stesso procedimento, ma l'intaglio segue il suo intimo, gli angoli diventano frecce da scagliare, le curve archi perfetti, l'incastro dei pezzi elogio dell'armonia, e l'opera finale può anche non avere l'aspetto della sedia e se l'avesse sarebbe qualcosa di così estremamente bello che nessuno penserebbe a sedercisi sopra.
E l'elogio 'Bello!' di chi si trova davanti alle opere prende sfumature diverse : la bellezza della mia sedia sarà per la comodità che può ispirare, perchè che altro ci si aspetta da una sedia se non essere comoda, quella dell'artista stuzzicherà fantasie, fibrillerà nell'intimo di chi si affascina davanti la sua vista, produrrà curiosità e interesse, ispirerà commenti o critiche, e rimarrà nel tempo come opera senza tempo, perché é questo il mistero delle opere belle : sono sospese in un tempo che non é reale, e non perdono mai la loro funzione estetica di gratificare l'anima.
Quindi, da me, non vi aspettate fronzoli, studi psicologici, profondità particolari: i miei sono dolcetti, a volte l'infornata riesce, altre no, ma, senza naturalmente offendere nessuno, per me questo è solo un gioco. Prendetelo come tale.
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