Scritto da © Franco Pucci - Mar, 20/08/2013 - 09:34
Della paura del temporale le mani in tasca
che stringono due conchiglie portafortuna
in quel campo sterrato senza colore e sassi
il pallone sgonfio stanco d’essere inseguito.
Della porporina arcobaleno di mille farfalle
che pennellava le dita bambine affascinate
tra le felci del declivio la vita aveva il fiato
spavaldo nella certezza del tempo a venire.
Della paura che torna ogni volta che tuona
e il temporale s’avvisa repentino nell’anima
ali di mille farfalle nello stomaco, muoiono
e rinascono il dì appresso malgrado la neve.
Della malinconia che ti prende al tramonto
quando è il momento di chiudere il racconto
quando le parole s’infilano le pantofole e poi
nascondono la fine sotto la coltre della notte.
Questo e altro potrei dirti ancora amico mio
ma il cuore tace al sopraggiungere del buio
nel tuono la voce è ormai amica del silenzio
nella notte afona urlo alla luna la mia storia.
Potrei dirti.
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