Scritto da © maria teresa morry - Lun, 15/07/2013 - 23:17
Con la calura piace, credo, affrontare libri non dico leggeri, ma che possano svagarci,coinvolgerci in qualche cosa di avventuroso da cui lasciarci prendere.Tra questi ne ho scovato uno, di impronta vagamente salgariana ( solo che il nostro Salgari scrisse tutto nel chiuso della propria residenza, non avendo mai viaggiato) ma assolutamente vero e basato su fatti storicamente accaduti: si tratta della ribellione dei marinai della fregata britannica " Bounty", avvenuta nel 1789 nell'Oceano Pacifico.La narra in prima persona il comandante del tempo, William Bligh (1754-1817) nella forma inziale del giornale di bordo e, verso la fine, riportando gli atti della corte marziale, nel processo che venne fatto in Inghilterra contro gli ammutinati.
Il Bounty era partito nel 1787 dal porto inglese di Spithead per raggiungere Tahiti, e a tal fine avrebbe dovuto doppiare l'insidiosissimo Capo Horn, battuto da procelle e marosi, per passare dall'Atlantico al Pacifico e raggiungere, risalendo la rotta, a Tahiti, dove avrebbe dovuto caricare vari esemplari dell'albero del pane. Queste piante sarebbero state poi portate nelle Indie occidentali, al fine di trapiantarle laggiù e poter nutrire gli indigeni,senza particolari costi. Si trattava di popolazioni che lavoravano per gli interessi economici degli Inglesi,loro colonizzatori.
Accadde che arrivati a Tahiti e soffermandosi a lungo la nave, l'equipaggio ebbe a scoprire la bellezza incantevole dei luoghi, lo stato della vita naturale integro, il buon carattere dei nativi, la dolcezza delle donne polinesiane.Così è che non ne volevano più sapere di riprendere il mare verso le Indie e si ammutinarono. Il comandante Bligh e 18 uomini ( su 47 in tutto) furono costretti dalla ciurma a imbarcarsi su di una lancia e vennero abbandonati con pochi viveri al loro destino. I poveretti navigarono allo sbando per oltre 3600 miglia marine,sopravvivendo per circa cinquanta giorni, fino ad arrivare accidentalemente in un'isola di possedimento olandese.
E da qui nasce la seconda parte del libro, ove si narra la caccia agli ammutinati del Bounty, posta in essere dalla inesorabile Marina Britannica.
Il libro è avventuroso, riporta al bel film storico Master & Commander, poichè tratta della vicenda di una nave e dei suoi uomini con grande dovizia di particolari e non potrà non piacere a chi ama il mare e gli antichi velieri. Si pensi che una nave del genere, stazza di duecentoquindici tonnellate, non riuscì a superare La Manica per dieci giorni consecutivi, causa i venti avversi ! Il testo di Bligh ci fa entrare speditamente nei problemi della navigazione a vela del tempo e dei marinai che affrontavano gli oceani soltanto con carte nautiche, navigazione a vista, nessun mezzo di comunicazione. Ed egualmente avvicente è la parte inerente la scoperta dell' isola di Tahiti e del suo paradiso terrestre.
Insomma una lettura da non perdere. Pubblicazione di National Geographic, 2005.
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