Uno di sotto | Lingua italiana | sid liscious | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

Login/Registrati

To prevent automated spam submissions leave this field empty.

Commenti

Sostieni il sito

iscrizioni
 
 

Nuovi Autori

  • laprincipessascalza
  • Peppo
  • davide marchese
  • Pio Veforte
  • Gloria Fiorani

Uno di sotto

( estratto uno da il mio viaggio al centro della terra )

 

 

Eh sì! C'è pure un ciclope qua da basso. Ed enorme ovviamente. Cento metri ed oltre d'altezza. Braccia lunghissime. E pari a tutti i ciclopi ha un occhio solo. Il terzo. Piazzato sul ginocchio sinistro. Che non si capisce cosa gli fa vedere d'altronde. È tutto buio. Ma potremo dire sta abbastanza normale non sapere proprio bene cavolo vede il terzo occhio. O qualcuno che lo sa me lo dica per favore. Abita all'incirca... il ciclope... cinquemila chilometri al di sotto della crosta.
In un'isola di detriti formata da stalattiti e stalagmiti crollate le une sulle altre circondata da orridi profondi e non serve neanche dire inesplorati. Collegata... l'isola... agli strati fermi da uno strettissimo istmo dove... dove passai a fatica. Ed è mio amico. In che maniera lo conobbi?
Oh be' arrivai "egli" inseguendo una teoria affascinante balzatami nella pupilla del mio quarto occhio. Avevo notato man mano affondando le viscere del nostro pianeta che... che incontravo esseri sempre più giganteschi. Falene balene e vermi treni con cinquanta vagoni per intenderci. E che avvicinandomi al nucleo lievitavano ancora. Non bastasse pure io crebbi esponenziale. Che oramai stavo alto quattro metri. E tastavo essere bocconcino ambito da molte ogni volta mi grattavo le parti nobili. Comunque non divaghiamo. La teoria sortami era che il centro della terra irradia un'energia equivalente a quella della luce il sole. E che quest'energia... parecchio nutriente... diventi meno intensa allontanandosi da lui. Il pianeta vicino al sole è bruciato dalla luce. Quello lontano baciato appena insomma per fare un paragone.
Tanto da arrivare sopra la crosta con la potenza appena sufficiente per farci crescere quanto siamo. E gli alberi sproporzionati rispetto a noi ne sono una buona prova congetturavo.
Affondando radici infatti vanno forse ignari incontro a questa forza diventando giganti rispetto a chi calpesta il suolo e basta. Ed è per questo secondo me che le creature andando giù lievitano incredibilmente. Cioè perché inglobano ignare energia potente.
Chiaramente però il ciclope mi catturò all'istante ed in attesa di mangiarmi voleva ingrassarmi un tot... che sono sempre stato magrolino. Così per fortuna ho avuto un minimo di tempo allo scopo d'elaborare un piano di fuga. E visto c'ero un piano che nel contempo dimostrasse la mia teoria. Alla fine decisi avrei dovuto piantargli nell'occhio l'equivalente... per lui... d'una pagliuzza. Una roba piccola che manco se ne rendesse conto. Ed all'uopo attesi s'addormentasse gli alzai un minimo la palpebra... urca che faticaccia... e ne spinsi... altra faticaccia... una piano piano nell'iride bucandolo. E poi scappai veloce verso l'alto. Manco volessi terminare la mia esplorazione. E ci riuscii anche. "Solo" che lui appena sveglio cominciò un furibondo inseguimento. Scappavo veloce approfittando del fatto egli non poteva infilarsi in alcune fessure dove passavo io e doveva quindi fare lunghi giri. Risalii lesto quasi per non fargli venire sospetti. Risalii che ora ero alto tre metri. E lui sessanta e stava con l'occhio arrossato. Continuai la fuga che ero quasi tornato alla mia altezza di sempre e lui urlava dal dolore al ginocchio. Balzai su che ero si può dire piccolo al solito e lui ridotto ad una ventina di metri. E la pagliuzza rimpicciolendosi l'occhio... assieme al corpo... aveva assunto la mole d'una trave enorme. Ed aveva creato un'infezione impressionante. Stavo vincendo esultai.
In conclusione comunque al solito non ci riuscii. Lo stavo uccidendo e non faceva parte del "gioco".
Senti gli urlai. T'ascolto rispose. Stai per crepare. Lasciami perdere non hai possibilità.
Vai veloce giù. Ricrescendo te la pagliuzza tornerà inoffensiva e dopo se vuoi te la tolgo io.
Non mi dire avevi previsto tutto questo mi domandò stupito. No no lo sospettavo unicamente possibile e volevo dimostrarmelo. Dai vieni esclamò. Persone del tuo calibro non meritano d'essere mangiate bensì di dare da "mangiare" agli altri. E pertanto gli saltai in groppa ed in men che non si dica fummo nuovamente lievitati. Potei estrargli la pagliuzza ed ebbi per sempre da lui lo stesso rispetto che... che il leone dedica al topo da quando la sua zampa non ha spine.

 
 

Cerca nel sito

Cerca per...

Sono con noi

Ci sono attualmente 0 utenti e 4468 visitatori collegati.