Scritto da © everhere - Mer, 10/03/2010 - 09:27
Affogo nel silenzio di spazi
aperti e gli occhi incontrano brevi
profili scuri di lontane case.
Risponde allo sguardo solo una quercia
solitaria e perduta nel vuoto
grigio di un cielo che d’una sterrata
ha fatto pozzanghere come buchi
che risucchiano la fredda brezza
che mi sferza il viso. Per tornare
tra gli altri prendo in prestito un sorriso
che mi trasbordi oltre la piatta, ampia
distesa dello scavo fra me e il mondo.
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