Scritto da © sid liscious - Mar, 11/06/2013 - 07:57
Gran sana vita in quel paese.
Meraviglie naturali ed architettoniche assortite e persone soddisfatte.
Tutto filava liscio e retto insomma e le incombenze da portare... sia quelle pratiche sia quelle specifiche... sembravano ben suddivise fra gli abitanti.
Lo stesso però...
lo stesso un caro giorno ebbe modo di dover nascere Allorà figlia del re e della regina e discendente diretta dei grandi uomini ascendenti.
Quelli per cui il seme futuro è una caramella già succhiata dovendo intenderci.
Crebbe... di conseguenza... la creatura come dire sulle ali dell'entusiasmo e divenne una splendida dimostrazione di quanto il destino a volte sia più che predestinato.
Nel suo cuore regnava infatti l'onore dei giusti.
Nella sua mente una sorgente cristallina sgorgava puliti pensieri e la sua bellezza...
la sua bellezza proprio non era paragonabile.
Ed emanava inoltre delle vibrazioni dal suo centro molto volonterose e portava appresso un profumo gigante d'ottima aura fragrante ma...
ma cantava.
Cantava.
Cantava.
Cantava e tutto questo improvvisamente crollava.
Crollava sotto l'oppressione della sua voce da clava.
Cantava ed ogni vita malvolentieri la sopportava.
Cantava ed il morale nel meraviglioso palazzo che abitava correva... correva a nascondersi in cantina precipitandosi giù per la scala.
Cantava e la gente con cotone e cera le orecchie si tappava.
E gli animali rabbiosi schiumavano bava.
Ed il re e la consorte s'interrogavano sul come rimediare o in subordine sul nome del luminare che la doveva operare.
Aveva pertanto alla prova dei fatti un difetto Allorà.
Un difetto che lei non considerava.
Tanto in armonia si sentiva con quello che incontrava.
Tanto le piaceva il radioso la vita le passava che... che le sembrava molto naturale in ogni momento nel suo modo preferito la felicità dispiegare.
Tutto il possibile perciò a maggior ragione disturbava se non che il popolo a mormorare tetro incominciava e la tranquillità globale del reame sempre maggiormente sulle sue stava.
Indi furono ingaggiati al caso ed all'uopo e di conseguenza maestri di canto zen e monaci tibetani dalle corde vocali lievitanti.
Omeopati erboristi guaritori fattucchieri e scalzacani portarono le loro arti.
Venne pure il boss dei chiropratici bensì gli caddero presto le branchie ed udite udite pure le megere ed i maghi dovettero inchinarsi di fronte alla situazione in cui ella stava.
Di fronte a quanto la sua voce orribilmente ripugnava.
E fu così... a causa di tutto questo intendiamo... che il re una sera... una sera disperato chiese aiuto al gatto con sotto un uomo il quale a sua volta l'indirizzò dalla donna con sopra l'uccellino la quale... la quale manco fosse niente presentò con gesto gentile di mano un sontuoso principe con.... con tanto di pastrano.
Vero! sempre l'amore può dare una mano pensò di per cui il sovrano.
Non so s'è mai servito per correggere un difetto villano quantunque considerato non costa niente proviamo proviamo proviamo e condusse dunque il giovane alla festa di corte con il suo bagaglio strano.
Non di meno trasalì subito vedendo un sorriso cancellare ogni timore allorché egli udì quel canto disumano ch'ella nemmeno stavolta era riuscita a rendere meno strano.
Quella malmelodia sbobba che strisciava l'aria con l'incedere d'uragano.
Quella stessa mala melodia che assai sorprendentemente risultava invece nelle sue orecchie complemento... complemento vincente allo sfiancarsi del suo violino fremente.
E fu con tale preambolo che veloce strumento ed archetto esibì lui dal contenitore in un momento.
Poi richiamò l'attenzione della dama e non appena si fu zittita si lanciò in una svirgolata mista per.... per in seguito avventurarsi su una nenia.
Una lunga pallosa stridente e tediosa nenia che tutti sbadigliava ed addormentava man mano sviluppava.
Lo stupore dei presenti ancora svegli intanto montava
montava montava e...
e non ti sposerò mai urlò sfinita ad un certo punto Allorà se... se quel coso nel mio regno porterai.
Dopo di che correndo pianse disperata fin sul grembo della mamma perché la difendesse da quel suono mostruoso che malissimo s'adattava al suo gorgogliare voglioso.
Io ho un talento e lo dispiego a mio piacimento con sentimento ribattè il principe offeso tuttavia... tuttavia siete bella aggiunse.
Molto bella ed il mio cuore già freme per voi.
Se mi concedete l'onore chiederò al sire la vostra mano.
Sì! Sì! Sì!
Non ho mai visto un siffatto tanto uomo rispose la principessa ma... ma come fare?
Come fare con le nostre incomprensioni musicali?
Come unire uno strumento ed una voce distanti mille anni fra loro ed armonicamente assai difficilmente concilianti?
Basta poco!
Basta poco urlò... urlò prepotentemente a questo punto il buffone del regno forse con poca riverenza.
Al che tutti lo guardarono interrogativi in modo da fargli aggiungere basta...
basta rinunciare per solenne promessa matrimoniale.
Rinunciare a cosa?
Chiesero all'unisono di nuovo le orecchie di tutti.
A cantare ed a suonare rimpallò lui che tanto....
tanto nel regno ci sono lo stesso un bel po' di cose da fare.
I respiri dei presenti rimasero al ciò sospesi sospesi sospesi finché io...
io al mio amore un gesto nobile lo posso dedicare si...
si sentì dalla bocca del giovane levare.
Cosicché Allorà praticamente già mezza sciolta promettendo non avrebbe mai più cantato tirò un ultimo svenevole acuto fino all'oltre mare e... e dopo andò via tutta eccitata che bisognava iniziare i preparativi.
Che si doveva sposare.
Il re...
il re invece in compagnia del gatto con sotto un uomo e della donna con sopra l'uccellino si prese bonariamente sotto braccio il burlone e gli disse tu...
tu sei un gran furbone che sa approfittare della situazione eppure... eppure te ne prego tieniti bene a mente sul serio una rinuncia personale deve far riflettere positivamente un reame.
E può essere veramente la chiave per riprendere a sognare.
E questo in qualche tua canzonaccia satira dovresti spesso ricordare lo possono tutti e senza remore praticare ed infine... infine contento e finalmente liberato prese la penna e mise il punto finale che racchiude ogni favola nella nella sua birba morale.
Ah!
Ovviamente...
ovviamente dopo vissero tutti felici e con intenti.
Meraviglie naturali ed architettoniche assortite e persone soddisfatte.
Tutto filava liscio e retto insomma e le incombenze da portare... sia quelle pratiche sia quelle specifiche... sembravano ben suddivise fra gli abitanti.
Lo stesso però...
lo stesso un caro giorno ebbe modo di dover nascere Allorà figlia del re e della regina e discendente diretta dei grandi uomini ascendenti.
Quelli per cui il seme futuro è una caramella già succhiata dovendo intenderci.
Crebbe... di conseguenza... la creatura come dire sulle ali dell'entusiasmo e divenne una splendida dimostrazione di quanto il destino a volte sia più che predestinato.
Nel suo cuore regnava infatti l'onore dei giusti.
Nella sua mente una sorgente cristallina sgorgava puliti pensieri e la sua bellezza...
la sua bellezza proprio non era paragonabile.
Ed emanava inoltre delle vibrazioni dal suo centro molto volonterose e portava appresso un profumo gigante d'ottima aura fragrante ma...
ma cantava.
Cantava.
Cantava.
Cantava e tutto questo improvvisamente crollava.
Crollava sotto l'oppressione della sua voce da clava.
Cantava ed ogni vita malvolentieri la sopportava.
Cantava ed il morale nel meraviglioso palazzo che abitava correva... correva a nascondersi in cantina precipitandosi giù per la scala.
Cantava e la gente con cotone e cera le orecchie si tappava.
E gli animali rabbiosi schiumavano bava.
Ed il re e la consorte s'interrogavano sul come rimediare o in subordine sul nome del luminare che la doveva operare.
Aveva pertanto alla prova dei fatti un difetto Allorà.
Un difetto che lei non considerava.
Tanto in armonia si sentiva con quello che incontrava.
Tanto le piaceva il radioso la vita le passava che... che le sembrava molto naturale in ogni momento nel suo modo preferito la felicità dispiegare.
Tutto il possibile perciò a maggior ragione disturbava se non che il popolo a mormorare tetro incominciava e la tranquillità globale del reame sempre maggiormente sulle sue stava.
Indi furono ingaggiati al caso ed all'uopo e di conseguenza maestri di canto zen e monaci tibetani dalle corde vocali lievitanti.
Omeopati erboristi guaritori fattucchieri e scalzacani portarono le loro arti.
Venne pure il boss dei chiropratici bensì gli caddero presto le branchie ed udite udite pure le megere ed i maghi dovettero inchinarsi di fronte alla situazione in cui ella stava.
Di fronte a quanto la sua voce orribilmente ripugnava.
E fu così... a causa di tutto questo intendiamo... che il re una sera... una sera disperato chiese aiuto al gatto con sotto un uomo il quale a sua volta l'indirizzò dalla donna con sopra l'uccellino la quale... la quale manco fosse niente presentò con gesto gentile di mano un sontuoso principe con.... con tanto di pastrano.
Vero! sempre l'amore può dare una mano pensò di per cui il sovrano.
Non so s'è mai servito per correggere un difetto villano quantunque considerato non costa niente proviamo proviamo proviamo e condusse dunque il giovane alla festa di corte con il suo bagaglio strano.
Non di meno trasalì subito vedendo un sorriso cancellare ogni timore allorché egli udì quel canto disumano ch'ella nemmeno stavolta era riuscita a rendere meno strano.
Quella malmelodia sbobba che strisciava l'aria con l'incedere d'uragano.
Quella stessa mala melodia che assai sorprendentemente risultava invece nelle sue orecchie complemento... complemento vincente allo sfiancarsi del suo violino fremente.
E fu con tale preambolo che veloce strumento ed archetto esibì lui dal contenitore in un momento.
Poi richiamò l'attenzione della dama e non appena si fu zittita si lanciò in una svirgolata mista per.... per in seguito avventurarsi su una nenia.
Una lunga pallosa stridente e tediosa nenia che tutti sbadigliava ed addormentava man mano sviluppava.
Lo stupore dei presenti ancora svegli intanto montava
montava montava e...
e non ti sposerò mai urlò sfinita ad un certo punto Allorà se... se quel coso nel mio regno porterai.
Dopo di che correndo pianse disperata fin sul grembo della mamma perché la difendesse da quel suono mostruoso che malissimo s'adattava al suo gorgogliare voglioso.
Io ho un talento e lo dispiego a mio piacimento con sentimento ribattè il principe offeso tuttavia... tuttavia siete bella aggiunse.
Molto bella ed il mio cuore già freme per voi.
Se mi concedete l'onore chiederò al sire la vostra mano.
Sì! Sì! Sì!
Non ho mai visto un siffatto tanto uomo rispose la principessa ma... ma come fare?
Come fare con le nostre incomprensioni musicali?
Come unire uno strumento ed una voce distanti mille anni fra loro ed armonicamente assai difficilmente concilianti?
Basta poco!
Basta poco urlò... urlò prepotentemente a questo punto il buffone del regno forse con poca riverenza.
Al che tutti lo guardarono interrogativi in modo da fargli aggiungere basta...
basta rinunciare per solenne promessa matrimoniale.
Rinunciare a cosa?
Chiesero all'unisono di nuovo le orecchie di tutti.
A cantare ed a suonare rimpallò lui che tanto....
tanto nel regno ci sono lo stesso un bel po' di cose da fare.
I respiri dei presenti rimasero al ciò sospesi sospesi sospesi finché io...
io al mio amore un gesto nobile lo posso dedicare si...
si sentì dalla bocca del giovane levare.
Cosicché Allorà praticamente già mezza sciolta promettendo non avrebbe mai più cantato tirò un ultimo svenevole acuto fino all'oltre mare e... e dopo andò via tutta eccitata che bisognava iniziare i preparativi.
Che si doveva sposare.
Il re...
il re invece in compagnia del gatto con sotto un uomo e della donna con sopra l'uccellino si prese bonariamente sotto braccio il burlone e gli disse tu...
tu sei un gran furbone che sa approfittare della situazione eppure... eppure te ne prego tieniti bene a mente sul serio una rinuncia personale deve far riflettere positivamente un reame.
E può essere veramente la chiave per riprendere a sognare.
E questo in qualche tua canzonaccia satira dovresti spesso ricordare lo possono tutti e senza remore praticare ed infine... infine contento e finalmente liberato prese la penna e mise il punto finale che racchiude ogni favola nella nella sua birba morale.
Ah!
Ovviamente...
ovviamente dopo vissero tutti felici e con intenti.
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