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La Bibbia, l'ironia e l'ornitorinco

 

Questo breve post prende spunto da alcune idee e da alcuni libri dsponibili in rete che trattano l'argomento dell'ironia nelle sacre scritture.

Il peculiare tipo di tema è notoriamente piuttosto delicato perchè l'ironia è sempre stata considerata in antitesi con il tema escatologico che la cristianità cattolico protestante ha imposto alla Bibbia. Il dramma biblico come riferimento al dramma della vita umana è un tipico connubio utilizzato da posticci apologeti che spesso costruiscono su di essa la base di sermoni anatema.

Questa sorta di riflesso inconscio ha indubbiamente condizionato la vita di molte persone che hanno vissuto rigettando a prescindere la propria esistenza valutandola come insostenibile. La gioia come il principale frutto dello spirto , dopo l'amore, citato dall'apostolo Paolo nella lettera ai Galati 5:22 sembra relegata solo ad una liberazione futura dalle ansietà e non è mai considerata come emozione essenziale del nostro animo umano.

I motivi ? Al momento sinceramente non saprei individuarli magari quando terminerò il testo li scoprirò.

Per iniziare direi dedicare un po' di spazio al significato della parola ironia, perchè come vedrete è un termine piuttosto complicato.

Così prendo in considerazione la definizione da Wikipedia che diciamo non è il massimo come riferimento letterario ma è sufficentemente ampia per i nostri scopi.

L'ironia 

(dal greco antico εἰρωνεία; eironeía, ovvero: ipocrisia, falsità o finta ignoranza) ha come base e scopo il comico, il riso e finire nel sarcasmo, ma ha assunto anche significati più profondi. Di essi si possono dire tre accezioni:

  1. L'ironia interpersonale o sociale. Per questo tipo di ironia si tratta contemporaneamente di un tema, di una struttura discorsiva e di una figura retorica.[1][2][3] È sempre una "etero-ironia", generalmente contingente e situazionale, per cui si ironizza su qualcosa o su qualcuno nel momento in cui se ne parla.

  2. L'ironia psicologica, che implica un tipo di indagine sul comportamento umano, per la quale si fa riferimento a Sigmund Freud, il primo che ne ha fatto oggetto di studio sistematico. È già in parte "auto-ironia" nel senso che i fenomeni di cui si occupa e i problemi che pone riguardano la mente umana in generale e quindi anche la psicoanalisi.

  3. L'ironia filosofica, che concerne il rapporto dell'uomo con la realtà extra-umana. È spesso "auto-ironia" perché il soggetto ironizzante è anche direttamente l'oggetto dell'ironia che fa. La filosofica si articola in indirizzi molto differenti, perché i quattro principali identificabili (socraticailluministicaromanticaesistenziale) sono totalmente differenti l'uno dall'altro.

In letteratura, l'ironia è una figura retorica in cui vi è una incongruità, discordanza oppure una involontaria connessione con il vero, che va al di là del semplice ed evidente significato della parola.

L'ironia verbale e situazionale viene spesso usata intenzionalmente per enfatizzare l'affermazione di una verità. La forma ironica della similitudine, del sarcasmo o della litote può includere l'enfasi di un significato mediante l'uso deliberato di una locuzione che afferma l'esatto opposto della verità, o che drasticamente e ovviamente sminuisce una connessione di fatto.

( cit. wikipedia )

una figura retorica di riferimento per l'ironia ad esempio è l'antifrasi.

L'antìfrasi (dal greco ἀντί, "contro", e φράσις, "locuzione") è una figura retorica per cui il significato di una parola, di un sintagma o di una frase risulta opposto a quello che assume normalmente.

Molte delle espressioni usate nelle lingue per augurare la buona riuscita di un'impresa usano l'antifrasi: la locuzione In bocca al lupo augura il contrario di quello che darebbe a intendere il significato letterale della frase nominale.

( cit. wikipedia )

 

Lidia Maggi ha scritto un libro piuttosto noto nell'ambiente dal titolo "Quando Dio si diverte "La bibba sotto la lente dell'ironia" nel quale descrive numerosi passi biblici dove rende noti i temi comici e divertenti. Pure nella rivista Jesus una pubblicazione online d'avanguardia Cattolica dedica una serie di articoli approfonditi sul tema.

    

In questi trattati però si prende in considerazione l'ironia con l'idea di svelare un tema diverso o diciamo meglio alternativo della bibbia.

Come abbiamo già detto il libro sacro è sempre stata vissuto come fosse un transfer di rappresentazione del dramma della vita umana. Questa idea nasce dalla presunzione condivisa da molti che la vita dia ben poco spazio alla gioia e la felicità come sentimento duraturo nell'uomo.

 

Ribadiamo il pensiero cristiano catto/protestante integralista , ha molto influito in questo  considera la vita come una sorta di viatico di redenzione fatto di dolore e sofferenza, demandando in altri luoghi e in altri tempi lo scopo primario dell'uomo, quello cioè di raggiungere per meriti acquisiti la rosa dei cieli paradisiaci in uno stato di beata idilliaca gioia eterna.

Per milleni la bibbia è stata vissuta in questo modo. Nel tentativo di contrastare questo pensiero l'uomo ha cercato di liberarsi dallo stato di angoscia creando rappresentazioni di realtà alternative con il preciso intento di sollevarsi da uno giogo mentale che aveva effetti deleteri e prostranti nella psiche umana.

 

Un po' di storia

 

Il giullare di corte ad esempio era un efficace strumento che i reggenti utilizzavano per sollevarsi dalle lencinati e mortali faide che mettevano a dura prova il loto stato psicologico. Questi personaggi per soppravvivere nel difficilissimo contesto sociale medioevale dovevano avere qualità davvero particolari

riprendo una citazione che ne identifica il personaggio

« Un giullare è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco; è una sorta di addetto ai piaceri alla corte del re e principi; è un vagabondo che vaga per le strade e dà spettacolo nei villaggi; è il suonatore di ghironda che, a ogni tappa, canta le canzoni di gesta alle persone; è il ciarlatano che diverte la folla agli incroci delle strade; è l'autore e l'attore degli spettacoli che si danno i giorni di festa all'uscita dalla chiesa; è il conduttore delle danze che fa ballare la gioventù; è il cantimpanca [cantastorie]; è il suonatore di tromba che scandisce la marcia delle processioni; è l'affabulatore, il cantore che rallegra festini, nozze, veglie; è il cavallerizzo che volteggia sui cavalli; l'acrobata che danza sulle mani, che fa giochi coi coltelli, che attraversa i cerchi di corsa, che mangia il fuoco, che fa il contorsionista; il saltimbanco sbruffone e imitatore; il buffone che fa lo scemo e che dice scempiaggini; il giullare è tutto ciò e altro ancora. »

(E.Faral, Les jongleurs en France au Moyen age [I giullari in Francia nel Medio Evo]

 

L'angoscia come modello di esistenza era celebrata sin dai tempi dell'antica Grecia. Un esempio del senso di angoscia è data dal racconto leggenda fatto da Cicerone noto come la spada di Damocle.

Damocle è un principe particolarmente adulatore alla corte di Dionigi Itiranno di Siracusa nel IV secolo a.C. Nell'aneddoto, Damocle sostiene, in presenza del tiranno, che egli sia una persona estremamente fortunata, potendo disporre di un grande potere e di una grande autorità. Dionigi gli propone, allora, di scambiare con lui i rispettivi ruoli per un giorno, in modo che possa assaporare tale fortuna. Damocle accetta. La sera si tiene un banchetto, durante il quale inizia a tastare con mano i piaceri dell'essere un uomo potente. Solamente al termine della cena Damocle nota, sopra la sua testa, la presenza di una spada affilata sostenuta da un esile crine di cavallo. Dionigi l'aveva fatta sospendere sul capo di Damocle perché capisse che la sua posizione di tiranno lo esponeva continuamente a grandi minacce per la sua incolumità. Immediatamente Damocle perde tutto il gusto per i cibi raffinati che sta assumendo, nonché per i bellissimi pueri che gli stanno intorno e chiede al tiranno di voler terminare lo scambio, non volendo più essere così fortunato.

( cit. Wikipedia )

Come potete notare il racconto ha un aspetto naturalemente ironico, costruito proprio sull'evento drammatico relativo alla natura dell'esistenza vissuta quotidianamente dal tiranno Dionigi.

La svolta

Nei secoli la svolta popolare importante è sostanzialmente avvenuta con Dante nella poesia e con Shakespeare nella commedia che fecero dell'ironia lo strumento per costruire nella mente dei lettori e degli spettatori una alternativa significativa alla vita angosciante della gente comune.

 

Un celebre verso in Dante

 

Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande,

che per mare e per terra batti l’ali,

e per lo ‘nferno tuo nome si spande!

(D. Alighieri, Inferno, Canto XXVI)

 

Mentre nella ricca produzione Shakepseriana sono state fatte addirittura intere opere ironico-farsersche come ad esempio l'esilarante commedia "La bisbetica domata".

 

ma siete poi davvero un uomo?

mi sembra che ve ne manchi il coraggio .

...e non sai che sono una donna?

quando penso devo anche parlare !

( cit. Come vi piace - As you like it )

Ossimori, eufemismi iperboli sono tutti efficaci espedienti per generare ironia. Cito alcuni celebri riferimenti della letteratura italiana:

 

Pene tu spargi a larga mano; il duolo

spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto

che per mostro e miracolo talvolta

nasce d’affanno è gran guadagno. Umana

prole cara agli eterni! [...]

(G. Leopardi, La quiete dopo la tempesta)

 

Ma il primo lustro a pena era varcato

dal dì ch’ella spogliossi il mortal velo

(T. Tasso, Gerusalemme liberata)

 

Un'altra tecnica letteraria uilizzata per generare ironia è chiamata appunto Farsa, che attraverso il racconto grottesco e ridicolo di personaggi reali venivano messi al pubblico ludibrio tiranni e governanti, raccontando nel contempo al popolo vicende spesso inquitenti e drammatiche della loro vita

 

L'ronia ha un effetto sedante rilassante, ha la capacità di sollevare l'animo e rendere più leggeri i problemi. Purtroppo però ridere non è mai una cura ma è sempre un palliativo. Questa consapevolezza ci svela che non è così banale dare il giusto senso all'ironia che creiamo o che riceviamo. Nella definizione di ironia che abbiamo letto da Wikipedia notiamo aspetti che potrebbero lasciare perplessi.

 

L'origine greca lega il termine con i concetti di ipocrisia, falsità o di finta ignoranza, che sono tutti aspetti che per definizione appartengono al Demonio, o anche alla parte malvagia del uomo. Notoria è la risata di Satana che è rimasta come suo unico scopo esistenziale e cioè ridere delle ansietà umane. La risata in questa rappresntazione cosmica, diventa quindi in antitesi con la figura di un Dio demiurgo perfetto che evidentemente non ride mai.

 

Questa visione travisata ad esempio è stata resa nota nel libro di Eco Il nome della Rosa dove il bibliotecario Jorge sosteneva che la realtà del Cristo fosse appunto frugale, rigorosa, molto seria e assolutamente priva di risate ed ironia.

 

Nella psicanalisi

 

Nell'ambiente psicologico il tema dell'ironia ha una vastità di trattati che sono nati si dai primi studi. Il tema dell'Ironia è stato considerato da Freud ed è un elemento primario nell'analisi.

Freud conosceva bene il potere dell’ironia, anche nella terapia.

 

Ne fece uno studio approfondito scrivendone un libro: “Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio” (1905) Con il motto di spirito, affermava, si dicono cose che non possono essere dette direttamente, cose che da “fuori”, dal preconscio, fanno un viaggio nell'inconscio; lì vengono trasformate, come in un sogno, e riescono a colpire là, dove si vuole, senza essere scoperti. In tutta la prima parte del suo testo Freud fece una disamina accurata delle tecniche comunicative del motto di spirito, cercando di scoprire come è costruita, linguisticamente, la battuta umoristica.

Questo procedimento avviene attraverso l’uso di materiale che ha nel significato linguistico, significati diversi o ambigui, oppure con deviazioni della logica:

Un signore entrò in una rosticceria e ordinò una torta; ma la riportò subito indietro e chiese al suo posto un bicchiere di liquore. Lo bevve e fece per andarsene senza pagare. Il proprietario lo trattenne. “che cosa vuole?” chiese il cliente. “Lei non ha pagato i liquore”. “ma io le ho dato in cambio una torta”. “già ma la torta non l’ha mica pagata”. “già ma io non l’ho mica mangiata!” (ib. Pg. 1081).

Dopo molti esempi alla fine spiegò come i meccanismi del motto di spirito siano simili a quelli del sogno, con la differenza che il sogno è l'espressione di un desiderio e la battuta è la realizzazione di un fine piacere: la realizzazione di un desiderio.

Un desiderio che ha le sue pulsioni nell'aggressività o nel piacere sessuale, e dunque la battuta di spirito è spesso un atto aggressivo travestito da forte ironia o è un atto osceno nascosto tra pieghe di parole.

Ma queste battute hanno uno scopo importante nel benessere psichico: i motti di spirito servono, infatti, al raggiungimento del piacere e al risparmio di energia psichica.

Concludiamo in sintesi che la battuta umoristica è come un sogno, un fine piacere, un risparmio di energia: è dunque un atto di sanità e un piacevole atto creativo che non può essere negato a nessuno.

( cit Wikiedia )

 

Questo fattore rende chiaro come il senso di ironia che per natura è soggettivo non è separabile dal comportamento umano.

Voglio così evidenziare che l'ironia è invece un elemento inscidibile dell'animo umano che esiste e che  l'iper realismo biblico non può fare a meno di evidenziare.

 

A proposito di ironia: la sapete quella di Platone e l'ornitorinco che entrano in un bar ?

 

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