Scritto da © Adriana in una ... - Dom, 28/04/2013 - 12:51
QUINTO GIORNO
Da quelle parti il sole ormai non sorge più a l’aurora è appena un bagliore tra le nuvole che scaricano montagne di pioggia sotto la quale avanza per uno stretto sentiero il nostro gruppetto che, giunto che fu alla metà del cammino, si trovò di fronte ad un ostacolo difficile da superare: il sentiero era interrotto per un paio di metri. Quel tratto si sarebbe dovuto superare con un salto.
Il primo a passare con un balzo fu il Messeri. L’avvocatessa fu legata sulla barella e fatta passare dall’altra parte. Infine uno alla volta, non senza difficoltà, passarono tutti. Ma la morte non era ancora sazia del tributo di sangue che le era stato concesso. Dopo pochi passi un rombo assordante ruppe il silenzio. Una frana colpì in pieno la Kramer che stava aiutando Ottavia a portare la barella. La donna non ebbe ne-
-anche il tempo di emettere un grido. Precipitò e fu inghiottita con i massi dalle acque che flagellavano la costa. La barella con la Cortesini legata sopra fu miracolosamente trattenuta da
Ottavia, ma sarebbe caduta se non fossero intervenuti a tirarla su il Messeri e Riccardo. Dopo quattro ore di duro viaggio, il gruppetto raggiunse il paso de Cortez e si fermò a riposare. Intanto a Tahaa si studiavano le strane creature riprese da Scippacercola. Il comandante Davidson, della base militare di Haiti affermo che non avevano nulla di terrestre e che degli aerei ed un cacciatorpediniere sarebbero pronti a partire appena passata la minaccia del ciclone che, ormai era arrivato sull’isola di Maupiti. Onde gigantesche si abbatterono sulla Tierra di de Orillano sommergendola tutta, il vento spirava a 300 km all’ora e devastava tutti i territori che incontrava. Il nostro gruppetto, intanto, aveva trovato riparo in una caverna sulla mesa a 1.400 m. di altezza, là dove gli indigeni delle isole vicine non sarebbero mai andati ritenendolo luogo di Dei malefici. Tuttavia, al riparo di quella spelonca, trascorsero tutto il quinto giorno.
- Come andava il tuo lavoro?- chiese Ottavia a Giovanni.
- Il mio lavoro è strano. Comincia dal basso dove tutto è semplice. Poi via via che si sale tutto diventa tremendamente complicato. Quando poi sei all’apice dell’inchiesta, allora una spinta e ti ritrovi giù.-
- E non si può far nulla?-
- Si, morire, diventare un martire.-
Anche Riccardo e la Rita Bradè, seduti un po’ più all’interno, parlavano di lavoro.
- Mi avevan presa per far da valletta ne “l’Eredità”, ma ho preferito venire qui all’isola purtroppo.-
- Io sono qui per fare esperienza. Tra tre mesi girerò dei nuovi episodi di Sandokan.-
- Lei chi la fa?-
- Ancora non so.-
- Il mio sogno è andare ad Holliwood…- disse la ragazza.-
- Anche il mio.-
rispose Riccardo. - Bello! Magari ci andiamo insieme.- sorrise la Bradè
rispose Riccardo. - Bello! Magari ci andiamo insieme.- sorrise la Bradè
La Kramer era rimasta da sola all’imboccatura della caverna. Il suo volto, preoccupato e stanco venne ripreso dal cameraman e trasmesso in tv in tutta la sua angoscia e tutta la sua drammaticità.
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