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Dei balconi, delle terrazze

A sbalzo, come respiri profondi ai ritorni,
i balconi sono nasi soffiati dal vento:
il respiro, si direbbe, che cementa ai palazzi.
Diversamente dagli oceani,
le terrazze sono minute piazze ferme.
Vi girano bande di volo - filibusta dell’aria -
In testa hanno le musiche affini alle gole,
quando la laringe alle impennate stringe.
 
I balconi setano sui passanti
la superiore acqua alla sete dei gerani, delle gardenie;
di tutte le rocche che fanno le piante nei vasi angusti
e, sui passanti, lasciano il grido della loro terra
a gocciole.
 
I balconi sono tasche sui grembiuli degl’intonaci, però.
Ma le terrazze!, le terrazze mantengono il cielo nella sua posizione.
Sono gli aeroporti del pensiero:
sembrano gridare “al decollo, uomini!, ai sogni!”
Sono le zolle degli aviatori.
 
 
I balconi, le terrazze, non si scontrarono mai,
né si uniranno le loro corporazioni:
solo, stanno alle case
per andare lontano
rimanendo a quelle uscite.

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