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Odio Carducci

Mah, io c'avrò un'opinione poco popolare, ma Carducci proprio non mi piace più. Se si capisce cosa intendo. Mi piace una poesia, o in generale  una letteratura, che sappia rispecchiare i nostri giorni, il nostro tempo, che abbia uno sviluppo e una prestesa più diacronica, più pronfonda di quanto possano esserlo i sentimenti o i batticuori individuali. I quali, sia chiaro, se espressi come specchio del realtà e interpretazione del mondo, allora hanno ragion d'essere. Altrimenti restano piuttosto fini a se stessi, e molto poco originali. L'amore, l'odio, la nostalgia, la paura ecc ecc sono già stati provati e descritti innumerevoli volte. Se lo si continua a fare ci deve essere una ricerca più ampia rispetto alla semplice necessità interiore di evacuarli in parole più o meno complesse o esteticamente raffinate. In quel caso non credo si tratti di poesia o letteratura, ma di una qualche specie di 'diaro personale' espresso con un linguaggio non quotidiano. E proprio su quest'ultimo punto c'è ancora una considerazione che in parte (ma solo apparentemente) contraddice quello che ho appena sostenuto: in fondo anche il semplice sentimento continua ad avere diritto di residenza in qualunque componimento, potendo tranquillamente aspirare a essere alta letteratura. Come? Proprio attraverso il linguaggio, lo stile, quello che poi credo sia il writer's core business. Spiego. Se parlo di me, delle mie emozioni, sensazioni, pensieri, vicende personali, ma lo faccio attraverso un linguaggio moderno, che riesce a dire qualcosa in più del semplice contenuto del componimento, allora ecco che di nuovo l'opera diviene universale e significativa per gli altri. Ma credo sia una questione lapalissiana, tutta questa, no? Cioé: che mi importa se a tizio gli vengono i brividi a guardare tizia, piuttosto che il tramonto? Questo è scontato! Ma se nel raccontarmelo in modo nuovo riesce a farmelo comprendere come mai l'avevo inteso prima, beh, ecco l'obiettivo raggiunto! Mi vengono in mente Picasso e tutti gli artisti che a un certo punto hanno abbandonato la figura per cercare l'astrazione: sempre dipingevano donne, prati, cieli e tutto il resto, ma con un linguaggio nuovo, che gettatava nuova luce e purificato ossigeno su menti bisognose di nutrimento. Per questo dico: bravo Carducci, ma ci ha sfracanato i bignè (linguaggio nuovo appunto. ihihihih).                        In ultimo: ringrazio internet explorer che da quando ho fatto l'aggiornamento non mi fa più andare a capo, non so se si nota. E questo è un handicap terribile per le poesie, eheheheh!

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