“Un giorno questo dolore ti sarà utile, sii paziente”; è il messaggio di buon compleanno da parte della nonna Nanette a suo nipote James. Purtroppo quando James arriva a leggerlo, la speranza di queste parole si mescola al dolore della perdita: trova la nonna serenamente spenta sul suo divano accanto al suo cagnolino che la veglia.
Un giorno questo dolore ti sarà utile, titolo del libro di Cameron Peter edito da Adelphi, nonché del film di Roberto Faenza; è il progressivo svelamento della ricchezza interiore di un diciottenne considerato da tutti, e persino da sé stesso, anormale e disadattato.
“A un certo punto mi ricordo di essermi chiesto (sul serio) se non fossi geneticamente modificato, se non avessi una minuscola alterazione del DNA che mi separava appena appena ma in modo fondamentalmente dalla mia specie […] Sembrava che tutti fossero in grado di accoppiarsi, di unire le proprie parti in modi piacevoli e fecondi, ma nella mia anatomia e nella mia psiche c’era qualcosa di impercettibilmente diverso che mi divideva in modo irrevocabile dagli altri. Era una sensazione dolorosa che mi rendeva molto infelice”.
L’unica persona che lo comprende e lo ama è la nonna materna, assieme alla sua psicoterapeuta che lo aiuta a trovare le parole, per porgere al mondo la sua sensibilità, dolorosamente soffocata in un impenetrabile guscio.
James, viene considerato anormale, e persino gay da suo padre, il quale assieme a molte altre persone, non coglie oltre il muro della sua spigolosità. Troppo preso, dall’esteriorità, dalle ragazzine, dal rifarsi i connotati con la chirurgia plastica, e dal far soldi, ignora che oltre la facciata esiste, almeno in suo figlio, un mondo pieno di sensibilità così forte da causare un dolore insopportabile, a tal punto da desiderare insistentemente di morire. Anche la madre, isterica e sconclusionata, ritiene che il figlio sia anormale, e persino la sorella dalla vita sentimentale altrettanto incoerente disprezza il fratello.
E’ difficile per un adolescente con una delicata identità in formazione comprendere, che il suo dolore, è l’espressione della sua umanità, un dono prezioso che lo distingue dai cosiddetti “Normali”, coloro che non provano più alcun dolore, poiché accecati da un mondo che si nutre di sola apparenza, è difficie rendersi conto che non è sbagliato ambire ad un mondo di bellezza e delicatezza, e soprattutto che tale sensibilità in un maschio non necessariamente equivale ad essere gay.
Per fortuna almeno per James, a volte ci sono, le nonne sagge. le depositarie della memoria pronte e capaci di riparare dolorosi strappi famigliari, di equilibrare i piatti della bilancia, e riportare nella giusta prospettiva i valori fondamentali per la vita così spesso persi, nel caos e nell’iperattività di un mondo che sempre più spesso si alimenta esclusivamente di superficialità e insensibilità.
- Blog di Antonella Iurilli Duhamel
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