Il bidello don Saverio Palluotto ci racconta " La leggenda della Primavera" | Prosa e racconti | Antonio Cristoforo Rendola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Il bidello don Saverio Palluotto ci racconta " La leggenda della Primavera"

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Intervista a don Saverio Palluotto circa “La leggenda della Primavera”
 
 
 
 
Antonio                               Avere a disposizione don Saverio Palluotto per scambiare quattro chiacchiere è veramente un fatto più unico che raro. Egli è un personaggio folkloristico, e per questo caloroso ed imprevedibile. Ha fatto per trent’anni il bidello…ops…l’operatore scolastico…
Palluotto                             Dite pure bidello, professò, non cambia nulla. Che poi ‘sta parola me pare che deriva da bidè. Ma va buono lo stesso…
Antonio                               Tagliamo la testa al toro?
Palluotto                             Ce la vogliamo tagliare? E tagliamocela ‘ sta testa!
Antonio                               Come vi devo chiamare?
Palluotto                             Presido!
Antonio                               Preside?
Palluotto                             Ma, scusate, professò, gliela dobbiamo tagliare ‘sta testa al toro? Allora tagliamocela bene!  Presido mi piace…
Antonio                               Ma il Preside è un dirigente scolastico…
Palluotto                             E perché io che ero? Dirigevo i ragazzi quando entravano a scuola, li dirigevo quando dovevano andare in bagno e quando uscivano da scuola. Dirigevo il commercio di panini, merendine, caffè, acqua minerale…
Antonio                               Va be’ don Savè, non la tiriamo troppo alla lunga: eravate un dirigente! Dunque stavo dicendo ai lettori che per trent’anni avete fatto il bi….l’ope…l’operatore bidello nella mia scuola dove eravate conosciutissimo come “contastorie”.
Palluotto                             E’ overo! Quando mi dicevano di contare una storia, non facevo storie…
Antonio                               E che facevate?
Palluotto                             Storie.
Antonio                               Don Save’ io non vi capisco…
Palluotto                             Prufessò non facevo storie, nel senso che raccontavo subito.
Antonio                               Ah, ecco! Allora don Save’ voi mo ci dovete deliziare con la “leggenda della Primvera”!
Palluotto                             ‘O fatto ‘e Proserpina e Plutone?
Antonio                               Eh, però cominciamo col dire che la Primavera nell’emisfero boreale inizia il 21 marzo, mentre in quello australe inizia il 23 settembre.
Palluotto                             Professò a me nun me importa di questi   semisferici balneari, v’aggia raccuntà o no ‘o fattariello?
Antonio                               Diciamo solo che il nome deriva dal tardo latino “primo vere” e significa prima stagione dell’anno.
Palluotto                             Allora dicimme pure che avere molte Primavere sulle spalle non conviene; che una rondine non fa Primavera, che non c’è Marzo così bello senza neve sul cappello,che è Primavera, svegliatevi bambine! A proposito, pofessò, congedetemi una piccola deviazione…devio?
Antonio                               Deviate!
Palluotto                             A proposito da’ Primavera, vulesse dicere a tante signorine che mò comincia la stagione delle miss e delle veline dove basta avere delle zi…ops… dei seni prorompenti , dei deretani (vi piace il deretano prufesso? La parola intendo) arrotondati, poco rispetto per se stesse, ed il gioco è fatto. Allora svegliatevi bambine! Facciamola finita con queste mostre e mostrate tutto il resto.
Antonio                               Va be’, ora torniamo in tema. Parlateci della leggenda della Primavera.
Palluotto                             Dovete sapere che una volta C’ere Cerara…C’era Cira…C’è…non c’è…Maròòòò mi imboglio… C’era Cerere!!! Questa Cera…Questa Cerere se chiammava per intero Cera Demetria.
Antonio                               Si, cera” Liù”, cadi in terra e non ti alzi più!
Palluotto                             Cerere Demetria che  era comme si fosse’na contadina e teneva una figlia che stava di casa in Sicilia e che si chiamava Proserpina. Io, pe' fa’ cchiù ambresso, la chiamerò Pina. Dunque, voi mò direte, ma questa Pina chi era? Era nientemeno che la figlia di Giove!
Antonio                               Sommo.
Palluotto                             Che sommate prufessò?
Antonio                               No, dico il sommo Giove.
Palluotto                             Ah, si! Giovo, di nascosto della moglie Giunone, si fece una scappatella in terra presentandosi sottoforma di toro.
-Neh guè, bella figliò, - disse a Cerera – ‘Sta cammesella rossa che tieni addosso mi aizza come toro, ma m’aizza ancora più assai come uomo pe’ chelle che ci sta sotto. “E levete ‘a cammesella...” cominciò a cantare. Cerera se luvaie tutte cose, e nacque la Pina!.  ‘Sta Pina, mò, quande se facette grande, era più bona della mamma…
Antonio                               Ho capito, appena la vide Plutone…
Palluotto                             Plutone, capitò che si trovava a passare sotto terra
Antonio                               Sotto terra?
Palluotto                             Si, chella era zona soia! Era o non era dio degli infermi?
Antonio                               Volete dire Inferi?
Palluotto                             E io come ho detto?
Antonio                               Infermi.
Palluotto                             E me so sbagliato! Capita…Dunque, Appena la vedette, Pluto dicette:- Mamma do’ Carmine, quanto è bona questa! No, io questa me la pappo! – Così ce facette cadè ‘a terra ‘a sotto i piedi, la rapò…
Antonio                               La rapò? Ci tagliò i capelli?
Palluotto                             Ma nonsignore, la rapette…se la pigliò, insomma!
Antonio                               Ah, la rapì!
Palluotto                             Si, la rapè, se la mise nel monta carico che portava in profondità e, professò, scendendo, scendendo…se ne salì!
Antonio                               Scendeva o saliva?
Palluotto                             Professò voi mi dovete capire però! Insomma, se la fè!
Antonio                               Don Savè ma voi come parlate?
Palluotto                             Prufessò, s’’a facette!
Antonio                               Azz! Scendendo, scendendo…
Palluotto                             Il giorno appresso se la sposò pure. Mò, capitaie che Cerera la mamma l’andava trovando e cerca, cerca, macchè! Ma quando seppa…
Antonio                               Seppe…
Palluotto                             Lei seppa, è femminile singolare. Quando seppa che la figlia si trovava in mano a Pluto, si dimise dall’Olimpo gridando:- Signori miei vi saluto! Nun voglio fa’ cchiù ‘a dea da natura! E buonanotte a ‘e sunature!- Apriti cielo! Addio grano,ciceri, zucchini! Addio arance,noci, fagiolini! Addio Fichi, addio scarola, addio lupini! Prufessò tutte le campagne si seccarono e morirono pecore, cavalli, maiali, galline e scoppiò la fame!
Antonio                               Mi fate paura don Savè!
Palluotto                             La paura vera se la pigliò Giovo, che disse:- Aspette nu mumente! Qua se muorono le bionde, le brune, le castane e le rosse, io poi co’ chi vado?  Addò vaco a fa’ ‘a finta nuvola o ‘o finto toro?.- Così incaricò il postino Mercuio di andarla a prendere. Ma Plutone ci aveva fatto ‘na fattura che più di tre mesi all’anno non poteva stargli lontano…
Antonio                               Capito. Proserpina rappresenta la bella stagione e Plutone la toglie falla superficie terrestre per tre mesi all’anno.
Palluotto                             Esatto. Professò, posso chiudere con una mia poesia?
Antonio                               Prego don Save’…
Palluotto                             Titolo: Napule ‘e na vota.
 
                                               E so’ sbarcate ‘nterra Maruchiare
                                               Ddoie cumitive ‘e vasce ‘a Sanità,
                                               gente ‘e Napule ‘e na vota,
                                               gente semplicia e felice
                                               che pur’essa se ne va…
                                               Clapt, clapt, clapt, clapt…
 
Antonio                               Bene, qualche verso mi pare di averlo già sentito però. E scusate “Clapt, clapt” che è?
Palluotto                             Songhe ‘e passe da’ gente che se ne vanno.
Antonio                               Mò capisco perché vi chiamano poeta maledetto…  
 

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