Scritto da © Carlo Gabbi - Sab, 09/03/2013 - 19:48
History of the International Women’s day
Spero di fare cosa gradita alle donne Italiane e in special modo alle lettrici di Rosso Venexiano, nel presentare la storia di questo movimento che è celebrato in questo giorno di marzo in tutto il mondo e che è conosciuto con il nome di “The International Women’s Day”.
Le origini ci portano a ritroso a quei giorni turbolenti e critici di protesta e attivismo politico che iniziarono negli anni precedenti il 1910.
Il nascere del XX secolo diede inizio, in quei paesi che presentavano uno sviluppo industriale, alla richiesta di manodopera femminile che era reclutata nelle fabbriche in numero sempre maggiore. Il lavoro femminile era richiesto maggiormente nell’industria tessile, che più confacente all’adattabilità delle donne, come lo era pure nei servizi domestici, retribuiti con paghe miserabili e condizioni disumane per le lavoratrici.
Con il malcontento delle lavoratrici nacquero le prime Unioni Sindacali femminili, che vennero in difesa dei diritti di quelle lavoratrici, e iniziarono lotte industriali per combattere i soprusi di lavoro e delle paghe infime da parte dei datori di lavoro. Erano queste in Europa le prime fiamme di rivolta nel campo di uguaglianza femminile.
La lotta iniziò e nel tempo produssero cambiamenti capaci di mutare la vita di queste lavoratrici, contro i soprusi politici e civili che le circondavano. Le voci delle donne di quei giorni rintronarono sempre più forti tra le contrade e gli echi di quelle grida furono capaci di scuotere le leggi emanate nell’Europa industriale di allora. Ebbero maggiormente successo in Inghilterra e Germania, per poi da qui varcarono l’oceano propagandosi in America per poi giungere agli antipodi includendo pure le donne Australiane. Erano le donne di tutti gli strati sociali che si trovarono unite nella lotta, reclamando i loro diritti sopra l’onnipotenza maschile, cosa che era inammissibile poco tempo prima. Le donne Ad alta voce reclamarono pure il loro diritto al voto politico. Ma su quest’argomento erano discordi e esistevano differenti prospettive sul perché e come raggiungere questa importante possibilità al voto mentre il gruppo femminista prese tempo mentre considerava il modo migliore per realizzarlo.
Alcuni dei movimenti socialisti non condividevano l’idea femminile per il voto, considerando questo come una cosa non necessario a loro e che presentava divisioni alla classe sociale femminile. La lotta continuò e con il passar del tempo vi furono donne capaci come la tedesca Clara Zetkin e la russa Alexandra Kollontai che lottarono con ardore per far si che l’idea fosse accettata dai programmatori socialisti-sindacali di allora. Molti dei sindacalisti Inglesi obbiettavano che questa legge, se fosse stata amalgamata, avrebbe unicamente portato beneficio al gruppo di donne che si trovavano in una posizione di prestigio sociale rispetto la maggioranza delle lavoratrici.
Erano i giorni che videro nascere le “Suffragette” Inglesi. Erano tempi pieni di contrasti che influenzavano sul modo in cui il movimento conduceva la lotta alla sommità in modo autocrate e radicale. Sylvia Pankhurst, una delle attiviste Inglesi, si ribellò contro la dottrina propugnata in merito da parte dalla propria madre e sorelle, che avevano raggiunto posizioni di prestigio tra le Suffraget. Sylvia argomentò, che era dovere del movimento di mantener fede a quanto la maggioranza della massa femminile abbisognava, non solo per la parte delle donne privilegiate del gruppo, ma la totale classe lavorativa. Argomentò che il dovere delle Suffragette era di allinearsi e combattere a fianco a fianco degli altri gruppi proletari femminili in difesa dell’oppressione delle donne lavoratrici.
Fu nel 1903, negli stati Uniti, che un gruppo di donne appartenenti ai gruppi sindacali, si unirono a un gruppo di donne appartenenti alla libera professione e fondarono “The Women’s Trade Union League”. I gruppi sindacali furono organizzati capaci di dare l’aiuto voluto alle donne appartenenti al movimento, proteggendole sia sul lato politico come su quello economico. Non bisogna dimenticare che quelli erano gli anni oscuri in cui la totalità delle donne lavorava in condizioni di estrema difficoltà, non solo sul luogo di lavoro, ma erano pure soggette a soprusi nelle proprie case alla brutalità e violenza maschile.
Fu durante l’ultima domenica di Febbraio del 1908, che donne appartenenti al movimento Socialista negli Stati Uniti dichiararono il primo anniversario del “Women’s Day”, durante una larga dimostrazione pubblica, propugnando apertamente il diritto della donna sia al voto come pure a migliori condizioni di lavoro. Nell’anno successivo, in Manhattan, la dimostrazione fu rinnovata e vide oltre 2000 partecipanti alla parata.
Durante il 1909 vi fu un grande sciopero da parte di 20-30,000 lavoratrici appartenenti alla manifattura tessile, che durò per ben tredici settimane durante il periodo invernale (quando più era alta la richiesta del prodotto). Chiedevano migliori condizioni lavorative e una paga adeguata. Lo sciopero ebbe il supporto da parte del Women’s Trade Union che fece fronte a tutti i pagamenti di cauzioni richiesti da parte dei tribunali per rilasciare quei dimostranti che furono incarcerati durante le dimostrazioni e allo stesso tempo furono capaci di compensare con denaro gli scioperanti.
Nel 1910 iniziarono conferenze internazionali nel campo Socialista Femminile e in quell’anno il Women’s Day fu unanimemente accettato e riconosciuto della maggioranza pubblica.
Fu durante le conferenze sindacali femministe che avvennero in Copenaghen, che su sprone dell’Americana Clara Zetkin che la giornata della donna fu riconosciuta dalle 100 delegate provenienti da 17 paesi appartenenti al movimento sociale femminile che approvarono il diritto di uguaglianza alla classe lavorativa maschile propugnando un uguale diritto di voto.
Fu in quella stessa conferenza che venne discussa l’evidente importanza di ottenere una retribuzione di maternità per tutte le lavoratrici, incluse pure per le donne non sposate. Quei diritti includevano pure l’assistenza medica. Questa proposta fu presentata dalle rappresentanti delle donne lavorative provenienti dalla Svezia e Danimarca.
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Come si vede molto è stato fatto nell’ultimo secolo in favore della donna lavoratrice. Si sa pure che molto è ancora da essere risolto, ma oggigiorno possiamo notare di come la donna sia capace di occupare posizioni chiavi nell’ambito lavorativo, della scienza, della politica.
L’uomo ha imparato ad accettare la comunanza femminile sul campo del lavoro e raramente disdegna che sia una donna a occupare la posizione di comando. A volte è la donna di oggi, che con la sua capacità ci indica la strada del progresso su tutti quei campi di lavoro che solamente un paio di decine di anni or sono era unicamente di competenza maschile.
Non viene da pensare per questo che oggigiorno sia la donna a portare i pantaloni mentre gli uomini siano costretti a vestirsi con le gonne femminili. L’epoca in cui viviamo ora da unicamente valore alle capacità individuali, e questo è null’altro che il giusto riconoscimento indipendentemente dal sesso. A chi è migliore, spetta il compito di dirigere e additare la via di un migliore domani. L’orgoglio maschile non dovrebbe soffrire per questa verità.
Oggigiorno la vita è competitiva. La donna ha lottato per ottenere questi diritti. Dobbiamo, noi come uomini, prendere visione di ciò. Dobbiamo riconoscere il valore della donna, che ci è a fianco sia come madre, sorella, sposa. E` su di lei che maggiormente gravitano la responsabilità della famiglia e dei figli. Ancor oggi, troppi di noi uomini ignorano tali verità. Troppi si scansano di lato, senza dare un aiuto palese ed effettivo, nell’educazione dei propri figli e nei doveri come marito o padre.
Questo è il mio pensiero. Forse, se come la maggioranza degli uomini Italiani avessi vissuto sempre in Italia, non sarei molto differente dai molti. Ma ho speso la maggior parte della mia vita vivendo all’estero in un paese democratico, dove ho imparato ad apprezzare i valori umani e sociali. Da sempre ho avuto stima per l’intelligenza e la capacità delle donne e ho avuto modo di imparare da quelle che furono parte della mia vita sia da adolescente e poi come uomo. A questo punto devo dare omaggio a mia nonna Gigia, riconoscendone il suo valore e la forza di amore, capace di guidare la sua famiglia attraverso le carestie di due guerre mondiali. Ringrazio pure mia madre, dalla quale ho ottenuto un carattere forte e integro, e inoltre hanno contribuito le esperienze accumulate in una lunga vita, che mi ha insegnato molte cose, tra cui pure la capacità di come valutare una donna nel seno della famiglia e del lavoro.
E` in questo giorno, dedicato a voi donne, che esprime il riconoscimento dovutovi e l’augurio che il lavoro infaticabile di uguaglianza dei sessi sia pure riconosciuto in quei paesi nei quali la donna d’oggi si trova ancora negli scalini più bassi della scala sociale. Spesso si viene a conoscere attraverso la stampa di quanto molte donne combattono giornalmente, nei loro paesi sperduti nel mondo, per quei valori democratici che non esistono ancora nella loro patria.
A tutte voi, mie amiche lontane, un riconoscente grazie, per essere donne, per essere madri, e capaci di inspirare la generazione futura.
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