Scritto da © stellasenzacielo - Ven, 19/02/2010 - 15:38
E quando ti ho visto, in una serata placida, ho pensato che il mio cervello mi avesse giocato un brutto scherzo. Ma io al cervello mica dò retta. Così ho guardato meglio, e sì, eri proprio tu. Sfacciato, indifferente, girovaghi tra la folla, mentre la tua schiena si prende gioco di me e i tuoi occhi non riescono a vedermi.
Una voce amica o no, che importa, mi sussurra
<<non badarci, non sa quello che fa, lascialo perdere>>.
Trascinata a stento fuori per godermi l'aria fresca, mi ripulisco le ali dal catrame che hai lanciato su di esse.
Mi sorge anche il dubbio che magari l'hai fatto apposta ad evitarmi.
Decido di giocare al tuo stesso gioco, tanto ormai la serata è persa.
Mi muovo velocemente tra volti sconosciuti e non, parlo al vento perchè non riuscirei ad intrattenere una qualsiasi forma di vita. O almeno così e adesso.
Ed è il fruscio delle foglie, lì fuori ed in quel momento, che mi racconta di come ti ho perso davvero. <<Ma come? L'amore della mia vita?>> penso. <<Cosa farò ora?>>
Interrompe le mie preoccupazioni un tossicchiare sommesso.
Mi volto ed è l'albero centenario che, danzando un lento tango con l'aria notturna, mi sussurra:
<< La vita comincia domani>>.
Caterina Manfrini
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