Bramosia... di un soldato 2/1 | Prosa e racconti | alvanicchio_Girolamo Savonarola | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Bramosia... di un soldato 2/1

Questo testo deve essere letto dopo il testo pubblicato con il titolo Bramosia.... di un Soldato (P.S., non l'ho ancora riletto; lo rileggerò nel pomeriggio).
 
 
Un alleluia ed un lungo tunnel  nero, tremendamente buio, si parava davanti agli occhi del soldato. Un lungo tunnel nero, un giro di boa dove la vita cambia repentinamente il suo percorso: una storia nuova;  una storia girata come  si gira la  pagina di un libro e la pagina si posiziona sulla  precedente:   l’inchiostro collide con l'altro inchiostro, seguendo percorsi paralleli ma diversi.
Un lungo, interminabile tunnel nero, buio, con un suono assordante, ripetitivo: un alleluia fastidioso, opprimente, nervoso. Un alleluia che incuteva timore, un alleluia che faceva vibrare le pareti del tunnel fino a scomporle,  per poi ricomporle ritmicamente davanti al destino.
 
Dio!!! "Cosa ci sarà dietro questa interminabile agonia? Cosa ci sarà dietro questo percorso?"  si chiese il soldato
"Sento che devo procedere, sento la necessità di vedere qualcosa, cercare qualcosa e sia quel che sia", disse il soldato.
 
"E' molto strana questa percezione, sento  quello che la voce non riesce a  pronunciare" osservò il soldato. "Cosa devo fare?"  e pensava. " chissà  devo andare avanti o fermarmi qui? cosa ci sarà alla fine di questo tunnel?" Non lo so! "Ma cosa posso fare? posso per caso correggere qualcosa della mia vita?" No! non posso farlo! "Devo andare avanti? avanti, sempre più avanti? "E chi lo sa!" rispose il soldato.
 
"Questo è il sentimento della mia anima?" Certo! È così! non può essere diversamente.
Mi sento solo e solo vado per il deserto campo ..."ma, di cosa? di che cosa? della resurrezione, dell’inferno, del purgatorio". "Dove sto andando?" sono un’anima in pena, sono solo un’anima in pena che vaga sconsolata in questo tunnel buio, pauroso, tremolante e freddo: "Dio quant'è freddo!" disse il soldato
 
"A chi?  a chi posso chiedere qualcosa, a chi?" Vorrei gridare a tutti, ma non ho voce e sono solo, sono solo e il  mio cuore sembra un’entità astratta, sembra spento, distante "tam, tam, tam,". "E poi  quel grido che sento nella mia testa, alleluia, alleluia, alleluia”, "Questo grido che si ripete all'infinito cos'è?" ma non trovava una risposta il soldato.
 
"E' vero! un enorme peso schiaccia la mia volontà" pensò, asciutto, il soldato! questo saper fare ma non posso; questo saper dire tacendo, quest’ansia che tortura la mia carne, questa attesa spasmodica, questo aspettarsi quel  che non arriva e forse non arriverà mai e questi cumuli ininterrotti di pensieri, queste percezioni immateriali che vagano senza sostanza, senza respiro, questo vuoto della mia mente;  "ma cos'è questo malessere?" "cos'è questa uggia che non so descrivere", il soldato, non sapeva darsi una risposta.
 
"Com’è grande questo tunnel! com’è lungo, com’è asfittico e poi  questo alleluia, alleluia, alleluia”. Basta! "Ora mi fermo e aspetto; aspetto o forse no?.Si! No! Qui.tutto scorre ed io cosa faccio? aspetto?", non sapeva cosa fare il soldato. "Tutto si muove ed io aspetto non so se aspettare". "Ma aspettare cosa?",si chiese il soldato. Non riuscendo a trovare neanche quella risposta.
 
Ora,  strane  percezioni  mi girano intorno,ed io aspetto; mentre  un turbinio di vento immateriale avvolge il mio pensiero e  annega la mia coscienza: "sai? mi manca l’aria, Dio come mi manca  l’aria; maledetta aria".
 
"Ora capisco cosa vuol dire sentirsi parte di una cosa immensa; sentirsi piccolo dentro un nulla". Piccolo! "Ma cosa vuol dire sentirsi piccolo dentro un nulla". "Vuole per caso dire f sentire pu sempre un qualcosa  che non è il nulla?", si chiese il soldato. "Si! forse è cosi!"rispose il soldato trovando quel  qualcosa di più rispetto al nulla. Però, questo alleluia non mi abbandona, non mi abbandona mai:" Chissà perchè l'alleluia non mi abbandona", continuava a chiedersi il soldato.
 
"Ho freddo, ho sempre più freddo, madonna che brividi!".
 
"Mi stavo rilassando e qualcosa è esploso, sento ancora quel calore, quel fuoco, quel dolore lancinante, quella sete d’aria che, nell’aria, fugge via";  Quell'aria forse era stata bruciata dal fuoco oppure era stata tolta da chi o da qualcosa: " non sarà per caso questo, il famigerato Inferno?", si chiese con tono mesto il soldato.
 
"Ma alleluia!cosa centra questo alleluia con l’inferno?", pensava.
 
Eppure laggiù, in fondo al tunnel, vedo una flebile fiamma che si avvicina, ed io soffio, soffio, voglio soffiare sempre più forte, nella speranza che quella fiammella  non sia la propaggine delle dantesche fiamme; soffio affinchè quella flebile fiamma possa spegnersi :" Non voglio bruciare tra le fiamme, questo proprio no, non voglio!". Non ho mai commesso peccati così gravi da meritare l'Inferno: "ho paura dell’inferno! disse il soldato.
 
"Vi prego, ho paura!".
 
Sono solo, e cosa posso fare da solo? niente! non posso fare niente! sono solo, Dio come sono solo! e continuo a soffiare,  io soffio ed il turbinio mi avvolge;  più soffio, più quella flebile fiammella si avvicina: "non ce la faccio più,  ho paura, ho freddo, ho paura".
E questo alleluia, alleluia, alleluia. "Basta! Basta! Basta! non ne posso più!" disse il soldato.
 
Un alleluia udì; e in uno spiraglio di luce il soldato vide il volto amico della propria moglie: era sveglio!.
Il soliloquio di chi pensava di aver raggiunto il podio, va ad accomiatarsi nel fiume, mentre lungo le sponde innumerevoli vite salutano con la sciarpa in mano:" Fottiti".

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